Nel 2024, l’Italia ha registrato un aumento significativo dell’uso delle fonti rinnovabili, che hanno superato i combustibili fossili nella produzione di energia. I dati di Terna mostrano un calo delle fonti non rinnovabili e un leggero aumento del fabbisogno nazionale.
Potremmo fare di meglio ma tutto sommato è andata bene. È in estrema sintesi la valutazione che si potrebbe fare guardando l’ultimo report di Terna sul sistema elettrico italiano e sulle fonti utilizzate per produrre energia.
Dall’inizio del 2024 fino allo scorso ottobre, l’Italia ha prodotto circa il 50,8% dell’energia utilizzata grazie alle fonti rinnovabili. E dunque le fonti pulite superano i combustibili fossili che sono alla base dei cambiamenti climatici in corso.
Un aumento non da poco rispetto al 2023 quando le FER (Fonti di Energia Rinnovabile) avevano rappresentato il 44% dell’elettricità prodotta in Italia.
Se invece guardiamo ai consumi (e quindi aggiungiamo l’elettricità acquistata dall’estero a quella prodotta in casa) vediamo che da gennaio a ottobre 2024 le rinnovabili italiane hanno coperto il 42,8% dei consumi nazionali, superando comunque i combustibili fossili che hanno coperto il 40,8% della domanda. La restante parte – il 16,4% – è stato acquistato dall’estero.
Anche in questo caso è chiaro l’aumento della produzione con fonti rinnovabili rispetto allo scorso anno. Le fonti energetiche non rinnovabili (petrolio, gas naturale e in generale i combustibili fossili) hanno registrato una flessione di oltre sei punti percentuali, mentre il saldo estero ha subito una lieve riduzione dello 0,1%. Questo è avvenuto in un contesto di aumento del fabbisogno nazionale del 2,3%.