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Rinnovabili, nel gennaio 2025 l’Italia ha registrato una frenata nelle nuove installazioni

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> Pannelli solari e turbine eoliche: rallentamento installazioni rinnovabili in Italia a Gennaio 2025. Energia pulita, transizione energetica.

L’Italia ha registrato una brusca frenata nelle nuove installazioni di impianti rinnovabili, con un significativo calo nella crescita fotovoltaica ed eolica. Nonostante un buon risultato generale, il Paese stenta a raggiungere gli obiettivi di transizione energetica

In Italia le nuove installazioni di impianti rinnovabili hanno subito una brusca frenata. Secondo i dati presentati da Terna, a gennaio 2025, la capacità fotovoltaica in esercizio è aumentata di 419 MW, rispetto ai 656 MW dello stesso mese del 2024, quindi 237 MW in meno rispetto all’anno precedente: un calo del 36%

Per quanto riguarda l’eolico, a gennaio 2025 l’incremento è stato di 2 MW, contro i 32 MW registrati nel 2024, segnando una riduzione di 30 MW (-95%).

Più in generale, a gennaio 2025, la domanda di energia elettrica è stata soddisfatta per il 50,4% da fonti non rinnovabili, per il 31,9% da fonti rinnovabili e per il resto dall’importazione di energia dall’estero.

Rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, la produzione da fonti rinnovabili è calata del 4,6%.

Il problema dell’Italia con le rinnovabili

Nel 2024, l’Italia ha raggiunto un traguardo significativo nella lotta ai combustibili fossili. Per la prima volta, la produzione da fonti rinnovabili ha superato quella da fonti fossili, rappresentando il 52,5% della produzione energetica nazionale.

Un buon risultato, certo, ma dietro questo dato si nasconde una realtà meno brillante. Infatti, la gran parte di questa produzione rinnovabile proviene dall’idroelettrico (46,8%), una fonte che ha il vantaggio di essere ben radicata nel sistema italiano da decenni, ma che è fortemente influenzata dalle condizioni climatiche e idriche, quindi è vulnerabile ai periodi di siccità.

In seconda posizione troviamo il fotovoltaico (30,8%) e l’eolico (10%), che, pur essendo fonti importanti, sono ancora ben lontane dai numeri che potrebbero fare davvero la differenza per la transizione energetica del Paese.

Un dato che fa riflettere, soprattutto se messo a confronto con la Germania che di sicuro non può vantare l’accesso al sole e al vento del Belpaese.

Nel 2024 la produzione tedesca da fonti rinnovabili ha raggiunto un impressionante 62,7%, con una netta prevalenza dell’eolico, che da solo ha coperto il 33% del fabbisogno elettrico del Paese. Il fotovoltaico, sebbene meno rilevante rispetto all’eolico, ha contribuito al 14%, e altre fonti rinnovabili, come idroelettrico, biomasse e geotermia, hanno rappresentato un ulteriore 15,7%.

Nonostante la Germania abbia un clima meno favorevole all’energia solare rispetto all’Italia, è riuscita a capitalizzare meglio le sue risorse rinnovabili e a implementare una strategia più efficace, anche grazie a politiche che hanno spinto l’installazione massiva di nuovi impianti, soprattutto nel solare.

La domanda che sorge spontanea è: perché l’Italia, pur avendo un gran numero di ore di sole e una buona potenzialità eolica in alcune regioni, stenta a crescere come la Germania? La risposta sta principalmente nella lentezza e nella complessità del sistema burocratico italiano.

Se guardiamo ai numeri, notiamo che, mentre la Germania ha intensificato enormemente la sua produzione da rinnovabili grazie a un’accelerazione nelle installazioni, l’Italia, pur avendo ottenuto buoni risultati negli ultimi anni, continua a rallentare il passo. La Germania, infatti, ha registrato un incremento significativo nella produzione da fonti rinnovabili grazie alla semplificazione delle normative e alla riduzione dei tempi e dei costi per l’installazione degli impianti, un approccio che ha spinto il Paese a una rapida crescita.

Al contrario, l’Italia ha sperimentato una lunga fase di rallentamento. Dopo una fase di rapida crescita nel settore delle rinnovabili fino al 2011-2012, la situazione è cambiata drasticamente e le installazioni sono diminuite notevolmente. Negli ultimi due anni, però, l’Italia ha cercato di accelerare, registrando un incremento nella produzione fotovoltaica di circa 5.000 MW nel 2023, con un aumento del 41% rispetto all’anno precedente. Tuttavia, questa crescita rimane ancora insufficiente per raggiungere gli obiettivi fissati dal Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima, che prevede un 65% di produzione da rinnovabili entro il 2030.