Il nostro Paese rappresenterebbe potenzialmente il terzo mercato mondiale per l’eolico galleggiante. Ma serve una visione industriale e politica di lungo periodo
L’Italia è potenzialmente il terzo mercato mondiale per lo sviluppo di impianti per la produzione di energia rinnovabile tramite eolico offshore galleggiante. Con un potenziale di 207,3 GW di potenza installabile che rappresenterebbero più del 60% del potenziale di energia rinnovabile complessiva. Con Sardegna, Sicilia e Puglia tra le aree di maggiore potenzialità.
A dirlo, utilizzando dati elaborati dal Politecnico di Torino, è la Floating Offshore Wind Community, un progetto creato da The European House-Ambrosetti.
Sfruttare questo potenziale è importante non solo per ragioni ambientali – perché l’energia eolica rappresenta un alleato indispensabile nella lotta per la decarbonizzazione delle nostre economie – ma anche occupazionale. Perché da qui al 2050 il settore potrebbe creare fino a 27 mila posti di lavoro specializzato solo nel nostro Paese.
Inoltre la creazione di una filiera nazionale per questa tecnologia potrebbe generare un valore aggiunto cumulato tra il 2030 e il 2050 pari a 57 miliardi di euro.
Per farlo però, fanno sapere gli esperti, è necessario definire una chiara visione industriale a lungo termine, con un obiettivo di almeno 20 GW entro il 2050 che funga da stimolo per le aziende nazionali e attragga investimenti esteri.