Piccoli passi in avanti verso la decarbonizzazione, ma l’Italia è ancora terribilmente indietro.
Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica ha pubblicato il Decreto Fer 2, che introduce incentivi di vario genere per favorire la diffusione di impianti a fonti rinnovabili innovativi. Il Decreto, in vigore da oggi, sarà valido fino al 31 dicembre 2028 e stabilisce tariffe agevolate per la realizzazione di impianti alimentati da biogas e biomasse, solari termodinamici, geotermoelettrici, eolici off-shore, fovoltaici su impianti galleggianti (floating) sia su acque interne che offshore, impianti alimentati da energia mareomotrice del moto ondoso e altre forme di energia marina.
L’obiettivo è stimolare la competitività delle imprese e raggiungere i target di decarbonizzazione al 2030, tramite investimenti per impianti a fonti rinnovabili innovativi o con alti costi di servizio. Approvato anche dalla Commissione europea, che ha calcolato un importo di regime pari a circa 35,6 miliardi di euro, il Decreto Fer 2 indica le tariffe incentivanti per la realizzazione di vari impianti, particolarmente innovativi e costosi ma con un impatto ridotto sull’ambiente e sul territorio. L’obiettivo finale è arrivare a circa 4,6 MW di nuova potenza installata entro la fine del 2028.
Entro un mese da oggi, il Ministero, su proposta del Gestore dei servizi energetici (Gse), dovrà approvare le regole operative sulla modalità e sui tempi di concessione degli incentivi. Prevista una tariffa piena per il 2024, decurtata del 3% all’anno per gli anni successivi (dal 2025 al 2028) per tutti gli impianti, ad eccezione di quelli fino a 300 kilowatt di potenza. Per accedere agli incentivi è necessario partecipare a procedure pubbliche competitive, bandite dal Gse nel periodo 2024-2028. Possono partecipare soggetti con titoli abilitativi alla costruzione e all’esercizio degli impianti, oltre che con preventivo di connessione alla rete elettrica accettato in via definitiva.
Le agevolazioni del MASE sono concesse come tariffe incentivanti calcolate in base alla potenza del’impianto, alla tipologia di spesa e alla vita utile dell’impianto stesso:
– 100 euro per megawattora su 25 anni di vita utile per il geotermico tradizionale con innovazioni;
– 185 euro per mwh su 25 anni di vita utile per l’eolico offshore;
– 105 euro per mwh su 20 anni di vita utile per il fotovoltaico floating.
Le tariffe e gli incentivi saranno invece così erogati dal Gse:
– per impianti fino a 300 kW di potenza, ritiro e vendita diretti dell’energia elettrica, con l’erogazione, sulla produzione netta immessa in rete, della tariffa spettante in forma di tariffa omnicomprensiva;
– per impianti di potenza superiore a 300 kW, l’energia elettrica prodotta resta al produttore che può autonomamente valorizzarla sul mercato. Il Gse calcolerà la differenza tra la tariffa spettante e il prezzo dell’energia elettrica zonale orario. In caso di differenza positiva per la produzione netta immessa in rete, è prevista una tariffa premio. In caso di differenza negativa, il Gse conguaglierà o provvederà a richiedere l’importo corrispondente ai soggetti titolari.
Le nuove fonti innovative di energia rinnovabili saranno finanziate anche con un prelievo dalle bollette elettriche dei consumatori finali (si tratta comunque, in un quinquennio, della metà di quanto lo Stato italiano fornisce ogni anno, tramite sussidi, alle aziende produttrici di combustibili fossili). Al momento, i vantaggi economici in bolletta delle fonti rinnovabili non sono ancora particolarmente tangibili perché il costo dell’elettricità dipende ancora dal costo marginale dell’offerta più alta accettata, legata ancora al prezzo del gas fossile. L’Ue ha approvato la riforma del mercato elettrico proprio per evitare questa stortura, ma puntando sui contratti a differenza a due vie e on su quelli di lungo termine Ppa (Power purchase agreement).
L’Italia, con il Decreto Fer 2 atteso da diversi anni, inizia a fare dei piccoli passi in avanti verso una modernizzazione della produzione dell’energia e verso la decarbonizzazione. Tuttavia, la strada è ancora lunga e il nostro Paese è ancora terribilmente indietro: per centrare gli obiettivi di decarbonizzazione al 2030, avremmo bisogno di installare 12 GW all’anno di nuova potenza rinnovabile, mentre nel 2023 sono stati avviati nuovi impianti per appena 5,7 GW.