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**Incendio boschivo: fiamme e fumo in un bosco. Tg Ambiente - Italpress.**


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Rifiuti tessili, cambiamenti climatici, biodiversità, biocarburanti – Tg Ambiente

Tabella dei Contenuti

In questo numero del Tg Ambiente, realizzato in collaborazione con Italpress: 1) Rifiuti tessili e sprechi alimentari, dall’Unione europea un piano per ridurli; 2) Italiani sempre più preoccupati per i cambiamenti climatici; 3) A Roma la Cop16 per fermare il declino della biodiversità; 4) Biocarburanti, certificazione di sostenibilità per Eni in Kenya

In questo numero del Tg Ambiente, realizzato in collaborazione con Italpress:

1) Rifiuti tessili e sprechi alimentari, dall’Unione europea un piano per ridurli: La Presidenza del Consiglio e i rappresentati del Parlamento europeo hanno raggiunto un accordo sulla revisione mirata della Direttiva Quadro sui rifiuti, stabilendo obiettivi per la riduzione degli sprechi alimentari entro il 2030 e misure a favore di un settore tessile che sia più sostenibile.

2) Italiani sempre più preoccupati per i cambiamenti climatici: I cambiamenti climatici si confermano anche nel 2024, il problema, in tema ambientale che preoccupa di più i cittadini con più di 14 anni, confermando un primato ormai decennale. Secondo quanto emerge dall’ultimo aggiornamento dell’Indagine multiscopo “Aspetti della vita quotidiana”, attraverso la quale l’Istat rileva la percezione dei cittadini rispetto alle tematiche ambientali, il 58,1% degli italiani, quasi sei persone su dieci, è preoccupato per i cambiamenti climatici. Un dato vicino a quello di chi teme i problemi legati all’inquinamento dell’aria, ossia il 51,9% della popolazione, che aumenta di 2 punti percentuali. Nel 2024 aumenta anche la quota di quanti sono preoccupati per il dissesto idrogeologico. Si tratta del 28,5% della popolazione contro il 26,5% del 2023. Meno preoccupanti lo smaltimento e la produzione di rifiuti (38,1%), l’inquinamento delle acque (37,9%) e l’effetto serra e il buco nell’ozono (32,6%). Solo una persona su 10 include l’inquinamento acustico, quello elettromagnetico e il deterioramento del paesaggio tra le prime cinque preoccupazioni per l’ambiente. I cittadini italiani però, si dimostrano attenti alla conservazione delle risorse naturali. Nel 2024 la quota di quanti fanno abitualmente attenzione a non sprecare energia è del 71,4%, in lieve calo rispetto al 2023. Si riduce leggermente anche la quota di coloro che sono attenti a non sprecare acqua: il 68,8% contro il 69,8% dell’anno precedente. L’indagine rileva poi che nel Mezzogiorno si è più propensi ad acquistare prodotti a chilometro zero (29,9%), mentre al Nord si evita soprattutto la guida rumorosa per mitigare l’inquinamento acustico (51,3%) e si usano di più i mezzi di trasporto alternativi (20,2%). “Le preoccupazioni ambientali sono significativamente diverse considerando l’età delle persone – rileva il report – i giovani fino a 24 anni sono più sensibili delle persone adulte per la perdita della biodiversità (il 30,5% tra i 14 e i 24 anni contro il 18,7% degli over55enni), l’esaurimento delle risorse naturali (28,3% contro 18,4%), la distruzione delle foreste (24,8% contro 19,1%) e l’inquinamento delle acque (40,3% contro 36,0%). Al contrario, gli ultracinquantacinquenni si confermano più preoccupati dei giovani per il dissesto idrogeologico (32,4% contro 22,2% degli under25), l’inquinamento del suolo (22,7% contro 17,7%) e lo smaltimento dei rifiuti (36,8% rispetto a 32,8%)”.

3) A Roma la Cop16 per fermare il declino della biodiversità: Si sono conclusi i tre giorni di negoziati della 16ma Conferenza delle Nazioni Unite sulla biodiversità (Cop16) organizzata presso la sede della FAO a Roma. Un incontro importante, a quattro mesi dalla brusca sospensione dei lavori della Cop16 in Colombia a causa di un’accesa disputa tra i paesi ricchi e il resto del mondo. L’obiettivo è quello di raggiungere accordi sui temi strategici di conservazione della biodiversità e ripristino degli ecosistemi per fermare la perdita di natura entro il 2030. Un tre giorni però, che ha fatto molto discutere a causa della scarsa rappresentanza delle istituzioni italiane, nonostante siano ormai passati già tre anni dall’introduzione nell’articolo 9 della Costituzione della Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni. A rappresentare l’Italia, alcuni tecnici del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA), dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS), è anche il Sottosegretario di Stato al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Claudio Barbaro. In segno di protesta Legambiente, Greenpeace, A Sud, Marevivo e WWF, le associazioni che compongono il Climate Pride, hanno dato vita a una “COP16 della natura” in cui sono le specie animali a decidere come salvaguardare la biodiversità proteggendo e ripristinando gli ecosistemi naturali in modo giusto ed equo, per le generazioni che verranno.

4) Biocarburanti, certificazione di sostenibilità per Eni in Kenya: L’International Sustainability & Carbon Certification ha assegnato a Janari Farms, contractor di Eni in Kenya, la prima certificazione in assoluto low ILUC relativa cioè al cambiamento indiretto di uso del suolo – per progetti agri-feedstock. Janari Farms è un aggregatore di agricoltori per la produzione nel Paese africanodi semi di ricino da utilizzare come materia prima agricola nella produzione di biocarburanti. In Kenya, dove Eni ha avviato progetti agri-feedstock a partire dal 2021, i terreni gravemente degradati sono caratterizzati da scarsa fertilità del suolo, erosione e produttività agricola limitata: la produzione di colture energetiche tramite pratiche agricole rigenerative, secondo standard a basso rischio ILUC, può aumentare il carbonio organico del suolo e migliorare la vocazione agricola complessiva delle aree rurali, aprendo la strada alla rigenerazione del suolo. Le filiere sostenibili dei biocarburanti, spiega quindi l’International Sustainability & Carbon Certification, offrono l’opportunità di uno sviluppo socioeconomico locale, garantendo redditi aggiuntivi e diversificati agli agricoltori delle zone rurali.

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