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Rifiuti elettronici, cosa sono i RAEE e perché sono un problema per l’ambiente

Rifiuti elettronici, cosa sono i RAEE e perché sono un problema per l'ambiente

Rifiuti elettronici (RAEE), cosa sono, come si riciclano e perché sono un problema per l’ambiente.

Quando si parla di rifiuti, si pensa immediatamente a cibo, carta, vetro, plastica, alluminio, tessili, ma c’è un’altra categoria che cresce di anno in anno: i rifiuti elettronici. Ma cosa rientra in questa definizione?

Cosa sono i rifiuti elettrici ed elettronici (RAEE)

Per rifiuti elettronici si intendono tutte quelle apparecchiature elettriche o elettroniche di cui ci si disfa perché guaste o inutilizzate. Sono i cosiddetti RAEE, ovvero “Rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche”. Questa categoria include oggetti d’uso quotidiano come tostapane, microonde, asciugacapelli e molti altri elettrodomestici. Poi ancora tablet, telecomandi, cuffiette, laptop, mouse. Fra gli e-waste troviamo anche il cellulare e le sigarette elettroniche.

Purtroppo, questa particolare tipologia di rifiuti viene raramente avviata al processo di riciclo. Le sigarette elettroniche ad esempio, vengono spesso smaltite in modo improprio e rappresentano una minaccia per l’ambiente. L’UNITAR, l’istituto di ricerca dell’Onu, ha scoperto che ogni anno vengono gettati via un totale di 844 milioni sigarette elettroniche e con loro una grande varietà di metalli preziosi (difficili da reperire) pericolosi per gli ecosistemi.

Il problema del riciclo (che non c’è) e delle discariche: una “catastrofe ecologica”

Ma non sono solo le e-cig a preoccupare. Nel 2022 è stata prodotta la cifra record di 62 milioni di tonnellate di rifiuti elettronici, un aumento dell’82% rispetto al 2010. Secondo le stime del Global E-Waste Monitor dell’ONU, la quantità di rifiuti è destinata ad aumentare, per raggiungere le 82 milioni di tonnellate nel 2030. Il riciclo delle materie però non aumenta di pari passo con la produzione dei rifiuti: meno di un quarto (22,3%) della massa di rifiuti elettronici è stata documentata come correttamente raccolta e riciclata nel 2022.

Quella dei rifiuti elettronici è una vera e propria “catastrofe ecologica”. Così è stata definita da Kees Balde, autore principale del Global E-Waste Monitor la (non) gestione dei rifiuti elettronici, che per la maggior parte finiscono dispersi nell’ambiente. O in discariche come quella che si trova in Ghana.

Ad Accra infatti, c’è la più grande discarica di rifiuti elettronici del mondo. È nella zona di Agbogbloshie che finiscono la maggior parte degli e-waste dell’Europa. In questa zona periferica della capitale ghanese da circa vent’anni si è sviluppata l’attività di riparazione e smantellamento di rifiuti elettronici. Le operazioni di recupero dei metalli però, rilasciano un’enorme quantità di sostanze tossiche, rendendo la discarica un vero inferno per ambiente e persone.

L’inquinamento da scarti elettronici viene incrementato da una moltitudine di fattori, tra cui il progresso tecnologico, l’aumento dei consumi, l’obsolescenza programmata dei prodotti, le opzioni di riparazione limitate, la crescente elettronificazione della società e l’infrastruttura inadeguata di gestione dei rifiuti elettronici.

RAEE, come si riciclano in Italia?

In Italia, la gestione dei RAEE è regolata dal Decreto Legislativo n.49 del 2014, che ha applicato la direttiva 2012/19 dell’Ue. Secondo la normativa, il consumatore deve separare gli scarti elettronici da quelli domestici, evitando di smontarli o manometterli, e seguire le direttive locali. Le regole sullo smaltimento di questi rifiuti infatti, cambiano di comune in comune. In genere però, le opzioni sono il conferimento degli scarti presso un centro di raccolta, il ritiro a domicilio, l’adesione a giornate appositamente preposte o raccolte straordinarie.

Per quanto riguarda i consorzi che gestiscono i RAEE, con l’approvazione definitiva del ddl Concorrenza, saranno obbligati a rendere pubblici i contributi ambientali per quanto riguarda i rifiuti elettronici.