Home Attualità Rifiuti, scandalo discariche nel Lazio: le motivazioni delle due condanne

Rifiuti, scandalo discariche nel Lazio: le motivazioni delle due condanne

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Una dirigente regionale e un imprenditore, legati da una relazione sentimentale, e iter autorizzativi facilitati in cambio di regali di ogni genere. Tra le discariche interessate dall’inchiesta, anche quella contestatissima, e mai realizzata, di Monte Carnevale.

Rifiuti, pubblicate le motivazioni delle condanne per corruzione a carico di Flaminia Tosini e Valter Lozza nel processo per lo scandalo discariche nel Lazio. Nello scorso maggio, l’ex dirigente del settore ambiente della Regione e l’imprenditore erano stati condannati a sei anni, una pena addirittura maggiore dei quattro anni richiesti dalla Procura. Ora arrivano anche le motivazioni della sentenza, giunta dopo diversi anni e soprattutto dopo lunghe e meticolose indagini, e che condanna tra l’altro i due imputati a risarcire le parti civili costituite nel processo (Regione Lazio, Ama e l’associazione Raggio Verde).

Gli arresti nel 2021

Le indagini andavano avanti da tempo e miravano a ricostruire i rapporti, professionali e personali, tra la dirigente della Regione Lazio e l’imprenditore, titolare dell’azienda Mad Srl. Flaminia Tosini e Valter Lozza furono arrestati nel 2021, con le indagini che avevano appurato che, dietro l’elargizione di regali, gioielli, vacanze e altri benefit, l’imprenditore era risultato agevolato negli iter autorizzativi per costruire nuove discariche o ampliare quelle già autorizzate. Nello specifico, le autorizzazioni che Mad Srl avrebbe ottenuto riguardavano la realizzazione della contestatissima discarica a Monte Carnevale, in un’ex cava dismessa nella Valle Galeria non lontano da Malagrotta, e l’ampliamento di un altro sito, già autorizzato, quello di Roccasecca.
I carabinieri del Noe erano riusciti a scoprire non solo la relazione tra la dirigente e l’imprenditore, ma anche i regali di lusso elargiti in cambio di favori di natura burocratica.
Alla fine fu deciso il rinvio a giudizio e per i due imputati è giunta una pena superiore anche alle richieste dell’accusa.

Le motivazioni della condanna

Tra le motivazioni della condanna, si legge nella sentenza dei giudici della Seconda sezione penale del Tribunale di Roma, la corsia preferenziale riservata a Valter Lozza da parte di Flaminia Tosini, che prevaleva nettamente sull’interesse pubblico.
Appare evidente che l’attività amministrativa si è manifestata attraverso un procedimento viziato in cui uno dei pubblici attori, la Tosini, è risultata portatrice di interessi personali, perché coincidenti in ragione anche del rapporto sentimentale con il Lozza, con quelli del privato imprenditore e, dunque, espressione di interessi per loro natura confliggenti con quelli pubblici” – scrivono i giudici – “Flaminia Tosini ha messo a disposizione del Lozza le proprie competenze tecniche nell’ambito dei procedimenti amministrativi nei quali hanno preso parte entrambi nei rispettivi ruoli. Gli imputati invero risultano aver agito in forza di un accordo implicito, dichiarato e vissuto con naturalezza (“facciamo strategia”), collaudato, e sapientemente occultato“.

Il conflitto di interessi

Le motivazioni del giudizio non finiscono qui. “Anche in momenti di intimità, gli imputati parlavano al plurale dell’attività amministrativa che la Tosini gestiva in ragione del proprio ufficio e nel quale Lozza era coinvolto come operatore del settore” – si legge ancora nelle carte processuali che citano anche diverse intercettazioni – “La Tosini ha agito nel circuito istituzionale in una posizione di conflitto di interessi in cui i propri interessi, diversi da quelli pubblici di cui pure era portatrice, rimanevano sapientemente occultati“.