In questo numero del Tg Ambiente, realizzato in collaborazione con TeleAmbiente: 1) L’Europa lancia un nuovo piano per salvare api e farfalle; 2) Rifiuti, 450 milioni per nuovi impianti di recupero; 3) Fertilizzanti chimici? No meglio i batteri…; 4) Nasce la rete per la protezione dei nidi di tartarughe marine

 

In questo numero del Tg Ambiente, realizzato in collaborazione con TeleAmbiente:

1) L’Europa lancia un nuovo piano per salvare api e farfalle: La Commissione europea lancia il ‘New Deal’ per gli impollinatori, un nuovo piano con undici iniziative per frenare il declino della popolazione di api, farfalle e degli altri insetti che trasportano il polline e che consentono alle piante di riprodursi. Il testo aggiorna il Piano per gli impollinatori del 2018 ed è una prima risposta all’iniziativa dei cittadini Ue “Salvare le api e gli agricoltori“, che ha raccolto oltre un milione di firme in Europa con la partecipazione, per l’Italia, di Slow Food. In Europa, circa una specie di api, farfalle e sirfidi su tre è in declino.
Le cause sono diverse, dall’agricoltura intensiva alle specie aliene e ai cambiamenti climatici. Tra le iniziative previste dalla Commissione europea, la preparazione di un progetto per una rete di corridoi ecologici per gli impollinatori, o “Buzz Lines”, requisiti legali più stringenti per determinare la tossicità dei pesticidi per gli impollinatori, creazione di un sistema di monitoraggio completo con la mappatura delle principali aree di impollinazione entro il 2026.

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2) Rifiuti, 450 milioni per nuovi impianti di recupero: Il Ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica ha concesso un contributo economico di 450 milioni di euro a 65 progetti innovativi per realizzare o ammodernare impianti di trattamento di quattro tipologie di rifiuto: i materiali assorbenti ad uso personale, i fanghi di acque reflue, i rifiuti di pelletteria e quelli tessili.

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3) Fertilizzanti chimici? No meglio i batteri…: Sostituire i fertilizzanti chimici con microrganismi e batteri in grado di favorire la crescita delle piante anche nei periodi di stress idrico, migliorando le funzioni del suolo e la produzione agricola. È il risultato del progetto Ortumannu, condotto da ENEA, Università degli Studi di Cagliari, CRS4 e Mutah University della Giordania che, grazie all’utilizzo integrato di risorse naturali e biotecnologie, punta a contrastare l’impoverimento dei suoli e a promuovere una produzione agricola d’alta qualità, riducendo l’utilizzo di fertilizzanti, pesticidi e acqua. Nell’ambito del progetto, un team di ricercatori è stato impegnato nella caratterizzazione microbiologica del suolo presso una stazione agronomica in Giordania, contraddistinta da suoli improduttivi e scarsità di risorse naturali e acqua. In seguito, il team ha isolato e identificato dal suolo 40 ceppi di batteri che sono stati testati per la capacità di promuovere la crescita delle piante, fissare l’azoto, mobilizzare il fosforo, solubilizzare il potassio e produrre siderofori, cioè sostanze organiche in grado di influenzare l’accrescimento delle piante.

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4) Nasce la rete per la protezione dei nidi di tartarughe marine: Nasce la rete per la protezione dei nidi di tartarughe marine. Le ultime stagioni di nidificazione hanno fatto registrare un significativo aumento di nidi di tartarughe Caretta caretta nei paesi del Mediterraneo occidentale, luoghi prima inesplorati dalla specie. Si è passati da una decina a 146 unità delle ultime stagioni. Da queste rilevazioni è nato il progetto Life Turtlenest, cofinanziato dal programma LIFE dell’Unione europea e coordinato da Legambiente, che mira a migliorare la conservazione delle caretta caretta andando a implementare la protezione dei siti di nidificazione sensibilizzando enti gestori delle aree protette, amministrazioni, gestori balneari, turisti e bagnanti. Scopo del progetto europeo è anche quello di stabilire quanto e come i cambiamenti climatici abbiano provocato l’espansione dell’areale delle femmine di Caretta caretta verso queste zone. Nel corso del progetto almeno 500 nidi verranno monitorati tenendo conto di come l’impatto dei cambiamenti climatici incida sulla scelta del sito di nidificazione da parte delle tartarughe, sulla temperatura di incubazione e sul successo dell’ovodeposizione. Per proteggere gli habitat riproduttivi della specie verranno adottate una serie di misure di conservazione, come la creazione di una rete internazionale per lo scambio di esperienze e buone pratiche sul tema, il rafforzamento dei siti della rete Natura 2000, la formazione di tecnici di campo e volontari deputati all’identificazione, al monitoraggio e alla protezione dei nidi.

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