“L’idea nasce da una serie di attività messe in campo per elaborare strategie utili allo sviluppo del territorio”, intervista a Daniele Sinibaldi, vice sindaco di Rieti, a cura di Alessandro Di Liegro.
Rieti si candida a diventare capoluogo regionale del lavoro agile e offre un contributo a chi decide di diventare reatino per almeno tre mesi. Il primo passo è stato compiuto oggi pubblicando sull’albo pretorio il modello di presentazione della domanda al progetto “Rieti Smart Village“, con cui il capoluogo reatino offre ai “forestieri” la metà dell’affitto per risiedere almeno 3 mesi nel Comune.
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“L’idea nasce da una serie di attività messe in campo per elaborare strategie utili allo sviluppo del territorio“, dice Daniele Sinibaldi, vice sindaco di Rieti. “Quando questa amministrazione si è insediata ha individuato delle tendenze su cui concentrarsi per sviluppare il territorio. Tra queste anche lo smartworking che, con il Covid, da scelta è diventata necessità. Per questo abbiamo ideato uno strumento molto semplice come un contributo di locazione per chi decide di trasferirsi a Rieti e lavorare in smartworking“.
L’invito, quindi, è rivolto fondamentalmente ai romani che prima erano costretti da esigenze lavorative a vivere all’interno del Grande raccordo anulare, ma con il lavoro a distanza possono scegliere uno stile di vita diverso da quello metropolitano. “Il territorio -continua Sinibaldi- è completamente cablato con la fibra ottica e, ad 85 chilometri da Roma, immersi nella natura, con un costo della vita molto più contenuto dell’area metropolitana, siamo una validissima alternativa per chi decide di spostarsi senza perdere il lavoro. Per questo offriamo come contributo una quota affitto per almeno tre mesi e un massimo di sei mesi, per chi prende la residenza a Rieti”.
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“Possono sembrare pochi ai romani, ma nel reatino l’affitto di una casa di 100 metri quadrati costa non più di 400 euro al mese compreso, a volte, anche un piccolo giardino e l’area parcheggio“. Una proposta ritenuta allettante anche in considerazione del fatto che in tutte le pubbliche amministrazioni, “che si concentrano nella Capitale tra ministeri e sedi centrali di Enti, lo smartworking diventa strutturale. In questo modo, offrendo una qualità della vita diversa, la provincia gioca una partita nuova da quella giocata fino ad ora. Trasferirsi a Rieti, prima di questa situazione, sarebbe stata una scelta coraggiosa; oggi diventa, invece, comoda e vantaggiosa“. Al momento il limite dei fondi è fissato 15 mila euro. “Ma se la risposta dovesse essere importante -conclude il vicesindaco di Rieti- stanzieremo altre risorse”.