Su Rai 3 il programma televisivo “Report” in visita al mercato di Wuhan, in Cina, considerato l’epicentro della pandemia di Covid.
Anatre spennate vive, serpenti imprigionati in reti di plastica e maiali torturati per estrarne naso, orecchie e occhi. Sono alcune delle immagini dell’inchiesta “I monatti” di Giulia Innocenzi per “Report“. Dopo essere arrivata a Nanning, nel Sud della Cina, la giornalista del programma televisivo di Rai 3 ha visitato il mercato cittadino solito macellare decine di specie animali in condizioni igienico-sanitarie precarie. La promiscuità di così tanti esseri viventi biologicamente diversi, dai mammiferi agli uccelli, ai rettili, in uno spazio così angusto rappresenta un pericolo per l’uomo.
Nel sud della Cina abbiamo visitato un mercato simile a quello di Wuhan, da dove sarebbe partito il Covid. “Umido” perché per terra c’è il sangue degli animali comprati vivi e macellati sul posto. Ma perché sono pericolosi? Torneremo sul tema domenica alle 20:55 su #Rai3 pic.twitter.com/Pm4nhf5co8
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Immagini simili, anzi, proprio uguali, all’emporio di Wuhan considerato l’epicentro della pandemia di Covid del 2020. Ma proprio qui, nel capoluogo della provincia di Hubei, almeno è cambiato qualcosa? A quasi quattro anni dall’utilizzo di mascherine, guanti e vaccini, “Report” è entrato nel famoso mercato umido per dare una risposta.
A 4 anni dalla pandemia, Report è entrato nel mercato di Wuhan in Cina. In esclusiva siamo entrati nell’allevamento di 26 piani di maiali. E poi un’intervista al magistrato che ha condotto l’inchiesta sulla tragedia più grande dal Dopoguerra. Domenica alle 20.55 su #Rai3 pic.twitter.com/c05NFM6pAc
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A 80 chilometri di distanza dalle bancarelle, sempre nella provincia di Hubei, un allevamento intensivo di 26 piani è pronto a produrre almeno 1,2 milioni di maiali da macello ogni anno. Se dall’esterno la megastruttura sembra un box per auto, le immagini girate all’interno mostrano tutta la sofferenza dei suini trattati come oggetti di una catena di montaggio. Sì, perché la loro alimentazione e le loro condizioni di salute sono controllate soltanto dalle macchine. “Questo edificio è perfino un paradiso per i virus“, aveva sottolineato il docente dell’Università Vita – Salute San Raffaele di Milano, Roberto Burioni. Eppure, anche stavolta, la storia non ci ha insegnato niente.
“L’allevamento ospita 930 mila maiali, attualmente usiamo gli ultimi piani come magazzino, ma stiamo costruendo altri edifici, cosicché arriveremo a un totale di 2 milioni e centomila maiali, speriamo entro la fine di quest’anno”.
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