+Europa si inserisce a gamba tesa nel dibattito dell’estate e tra sostenitori dello Ius Soli temperato, senza numeri in Parlamento, e nuovi estimatori dello Ius Scholae, annuncia la presentazione di una proposta di referendum sullo Ius Soli.
Come funziona la cittadinanza in Italia
In Italia al momento vige la legge n°91 del 1992 basata sul principio dello Ius Sanguinis ovvero la cittadinanza si eredita da almeno uno dei genitori o si acquista se si è nati in Italia e non si è abbandonato il Paese fino al 18esimo anno di età. Questa è la teoria perché nella pratica, se il giovane non presenta richiesta per l’ottenimento della cittadinanza entro un anno dal compimento dei 18 anni, possono passare diversi anni prima che gli venga riconosciuto il diritto. Nel frattempo il giovane non può accedere a borse di studio all’estero né può fare esperienze di tirocinio all’estero senza perdere il diritto alla cittadinanza.
A scatenare il nuovo dibattito sono state le performance alle Olimpiadi di Parigi di molti atleti italiani di origini straniere, la cui italianità è stata evidente a tutti. Alcuni giovani atleti ottengono la cittadinanza per meriti sportivi, una delle poche scorciatoie per chi deve ottenere la cittadinanza, un’ingiustizia per molti ragazzi che hanno gli stessi requisiti degli atleti italiani tranne il talento nello sport.
Le proposte di modifica
Due le principali proposte di modifica: lo Ius Soli è un principio che riconosce la cittadinanza a chi è nato o ha vissuto in un Paese per un certo periodo di tempo. Negli Stati Uniti vige uno Ius Soli assoluto per cui basta nascere nel Paese per diventare immediatamente cittadino, anche se i genitori non vi hanno mai vissuto e se il neonato lascia subito il Paese. In Italia nel 2015 è stata presentata dal Pd una proposta di Ius Soli temperato; un bambino nato in Italia diventava cittadino italiano se almeno uno dei due genitori (proveniente dall’Unione europea) risiedeva in Italia da almeno 5 anni. In caso di genitore proveniente da Paese non Ue vi erano altri requisiti di reddito, conoscenza della lingua italiana e alloggio.
Lo Ius Scholae è un principio che garantisce la cittadinanza a chi è arrivato in Italia prima del compimento dei 12 anni, vi risiede regolarmente e ha concluso uno o più cicli scolastici nel Paese di cui vuole acquisire la cittadinanza
Il dibattito
Se i partiti di sinistra si dichiarano da diversi anni favorevoli all’introduzione dello Ius soli, con diverse formule, non sono mai stati trovati i voti necessari per approvare la norma in Parlamento. Finora i partiti di destra si sono sempre opposti a leggi che modificassero la normativa vigente, fino a qualche giorno fa quando Forza Italia, attraverso il ministro Antonio Tajani, ha dichiarato di essere favorevole all’approvazione di una riforma della cittadinanza basata sul principio dello Ius Scholae.
La proposta di referendum
Adesso Riccardo Magi di +Europa ha dichiarato a Repubblica la volontà di presentare una proposta di Referendum il cui testo non è ancora stato ultimato:”Quello di questi giorni mi sembra sia il solito dibattito inconcludente dove i partiti guardano più alla propria identità che alla società italiana. Insomma, tante parole senza però una vera volontà di agire in Parlamento. Ecco perché andiamo avanti con un referendum, a cui stiamo lavorando da prima che arrivasse questa botta mediatica dovuta alle Olimpiadi”.
Va ricordato che nel nostro Paese è possibile presentare solo dei referendum abrogativi che quindi cambino la legge andando a cancellare una parte delle norme in vigore. In questo spazio strettissimo si muovono i referendari.