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Recovery Fund, quanti dei 209 miliardi l’Italia spenderà nel Green New Deal

Recovery Fund. Giornata storica per l’Europa, e per l’Italia! Così il Premier Giuseppe Conte commenta la conclusione dell’accordo sul Recovery Fund o ‘Next Generation Eu’, ovvero la risposta europea all’emergenza causata dalla pandemia da Coronavirus.

Si tratta – letteralmente – di un ‘Fondo di recupero’ associato al bilancio a lungo termine dell’Unione Europea (2021-2027) che sarà finanziato attraverso una raccolta di liquidità da parte dell’Europa  tramite l’emissione di particolari ‘Recovery Bond’.

Il piano, annunciato lo scorso 27 maggio dalla Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha una dotazione di 750 miliardi di euro, di cui 390 miliardi di sussidi ( un corsposo aumento rispetto ai 250 miliardi di euro della proposta sul tavolo dei leader venerdì scorso).

Il bilancio europeo invece è stato fissato a 1.074 miliardi.

Con 209 miliardi abbiamo anche migliorato l’intervento a nostro favore, se consideriamo la proposta originaria della Commissione Ue e della presidente von der Leyen” – ha detto il premier Conte, aggiungendo che “la costruzione di una task force” diventa ora la “priorità che andremo a definire in questi giorni, perché dovrà partire al più presto“.

“Abbiamo la possibilità di far ripartire l’Italia con forza e cambiare volto al Paese. Ora dobbiamo correre – ha poi sottolineato il presidente del Consiglio, rimarcando di aver conseguito questo risultato “tutelando la dignità del nostro Paese”.

Il 28% dei fondi del pacchetto spetta infatti all’Italia.

Rispetto alla proposta della Commissione del maggio scorso che destinava al nostro Paese 173 miliardi (82 di aiuti e 91 di prestiti), il premier Conte torna con un ‘piatto’ decisamente più ricco: 82 miliardi di sussidi e 127 di prestiti.

L’Italia dovrà ora presentare un pacchetto di progetti che prevedono investimenti pubblici pronti per essere finanziati e che promuovano progetti privati.

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Le somme dovranno iniziare ad essere ripagate dagli Stati beneficiari entro la conclusione del prossimo settennio di bilancio Ue, quindi entro il 2027.

Vittime’ di questo aumento del plafond del Recovery Fund sono i fondi di ripresa destinati ai programmi Ue, replicati in scala per dare slancio al rimbalzo economico.

I tagli più importanti riguardano:

  • Horizon Europe, passato in pochi giorni da 13,5 a 5 miliardi,
  • InvestEU (da 30,3 a 5,6 miliardi),
  • Just Transition Fund (da 30 a 10 miliardi)
  • la cancellazione del programma per la salute (inizialmente finanziato con 7,7 miliardi).

Per venire incontro alle pretese di alcuni Paesi,  il presidente del Consiglio europeo Charles Michel ha dovuto sensibilmente aumentare anche le rettifiche forfettarie del bilancio europeo.

Il meccanismo di rimborso – ideato per venire incontro alle pretese dei britannici – per il periodo 2021-2027 assegna alla Danimarca 377 milioni di euro (a fronte dei 197 milioni della prima proposta di Michel), all’Austria 565 milioni (raddoppiando i precedenti 237 milioni), alla Svezia circa un miliardo (prima erano 798 milioni), ai Paesi Bassi 1,9 miliardi (1,5 miliardi nella proposta precedente) e alla Germania 3,67 miliardi (senza alcun incremento rispetto alle precedenti bozze.

“L’accordo raggiunto dall’Europa sul Recovery Fund da 750 miliardi, dei quali 209 andranno all’Italia, oltre a segnare una svolta nel rapporto tra i Paesi europei, è per il nostro Paese un risultato storico” – ha dichiarato in una nota il Ministro dell’Ambiente, Sergio Costa.

“Abbiamo adesso una enorme opportunità e responsabilità ha aggiunto il Ministro – quella di traghettare l’Italia verso una ripresa economica più sostenibile e inclusiva, alimentando con i fondi a disposizione il Green new deal”.

“Ringrazio il premier Conte per questo grande risultato – ha concluso Costa – un accordo ambizioso con il quale il nostro Paese ha fatto valere la propria centralità in Europa e, allo stesso tempo, l’Unione si è dimostrata in grado di rispondere unita ad una crisi economica e ad una situazione storica senza precedenti”.

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Lo scorso maggio infatti, all’indomani della presentazione del piano, il premier Conte aveva inviato una lettera al Corriere della Sera in cui delineava le principali priorità su cui intervenire nel prossimo futuro grazie al Recovery Fund.

Accanto alle riforme di fisco e giustizia ed alla necessità di modernizzare il Paese incentivando la digitalizzazione, i pagamenti elettronici, l’innovazione in generale e ‘un programma per realizzare al più presto la banda larga in tutto il Paese, per colmare il divario digitale’, c’era la transizione energetica dell’Italia che – spiegò il Presidente Conte – si dovrà associare a ‘nuove forme di tutela e promozione del territorio e del patrimonio paesaggistico e culturale’.

Siamo quindi in attesa che il Governo presenti un piano di interventi, che segue il progetto del Green New Deal, su:

  • contrasto del dissesto idrogeologico
  • cambiamenti climatici e fenomeni meteorologi estremi
  • conversione delle industrie più inquinanti (vedi Ilva di Taranto)
  • incentivazione della transizione energetica verso fonti più pulite