“Offre un ritratto multidimensionale dell’Italia” il Rapporto sul Benessere equo e sostenibile presentato dall’Istat per la sua undicesima edizione.
Il Rapporto analizza i dati raccolti nel 2023 utilizzando 152 indicatori per offrire uno schema interpretativo delle necessità dei cittadini e delle risorse a cui possono accedere.
Emergono gli stati d’animo che accompagnano gli italiani nei cambiamenti subiti dal Paese negli ultimi anni. In campo lavorativo “Nel 2023 migliora la partecipazione al mercato del lavoro: aumenta il tasso di occupazione delle persone tra 20 e 64 anni, che cresce di 1,5 punti percentuali rispetto al 2022 e rag- giunge il 66,3%.”
Rimangono però differenze sostanziali tra uomini e donne e tra territori, con le donne più svantaggiate ovunque, specialmente nel Mezzogiorno. Se a Bolzano il tasso di mancata partecipazione al lavoro è del 3,5%, in Sicilia, Campania e Calabria si supera il 32%. A pesare su questa mancata partecipazione è ancora l’asimmetria del lavoro familiare che grava particolarmente sulle donne che si occupano del 61,1% del lavoro domestico.
“Per il quarto anno consecutivo diminuisce la quota di part time involontario (sul totale degli occupati), che scende sotto al 10%”; ma la percentuale femminile rimane ancora tripla rispetto a quella degli uomini. Part time spesso imposto dalla necessità di dedicare molto più tempo degli uomini alla cura di figli e casa.
Non sorprende che per quanto riguarda il benessere soggettivo gli uomini appaiano più soddisfatti rispetto alle donne. Il 48,7% degli uomini si dichiara molto soddisfatto, contro il 44,8% delle donne. Meno appagati della propria condizione sono i lavoratori con titolo di studio più basso che risultano “in svantaggio per 49 dei 60 indicatori disponibili per il confronto”.