Rapporto IPCC: “Rischiamo un riscaldamento globale di +3.5°C”

Di
Mario Messina
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Secondo i mille scienziati che hanno firmato l’ultimo rapporto dell’IPCC, il Gruppo intergovernativo di esperti sui cambiamenti climatici dell’Onu, al momento stiamo andando incontro alla catastrofe climatica ma possiamo ancora agire per evitarla. 

C’è chi lo ha definito “un manuale di sopravvivenza”, chi invece si sofferma sulla dimensione scientifica di un documento che è anche politico. La cosa certa è che il Report dell’IPCC, il Gruppo Intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico dell’Onu, rappresenta una delle più importanti pubblicazioni per la lotta alla crisi climatica.

Dopo un weekend travagliato – fatto di intense attività diplomatiche tra i 195 Paesi che fanno parte del Gruppo -, finalmente oggi il rapporto è stato pubblicato.

Cosa contiene il rapporto dell’IPCC sul riscaldamento globale

Nelle sue trenta pagine, firmate da oltre mille scienziati, c’è scritto che “le attività umane hanno inequivocabilmente causato il riscaldamento globale”, che le azioni finora poste in essere non sono bastate e che agli attuali tassi di emissioni di carbonio rischiamo di raggiungere i 3,5°C di aumento medio delle temperature rispetto al periodo pre-industriale. E questa sarebbe, senza giri di parole, una catastrofe di dimensioni inimmaginabili.

Gli scienziati hanno avvertito che gli effetti di quegli 1,1°C di riscaldamento globale che abbiamo già raggiunto sono evidenti con l’aumento di eventi meteo estremi che mettono a rischio la vita di circa 3 miliardi e mezzo di persone a ogni latitudine del globo.

C’è ancora tempo… ma bisogna agire adesso

Questa fotografia tanto allarmante è stata accompagnata, però, da cinque scenari per il futuro. Tutti mostrano che ciò che stiamo già facendo non basta ma che, se implementeremo politiche climatiche assai più ambiziose, gli esseri umani possono ancora salvarsi.

Il rapporto degli scienziati propone decine di azioni. Ma la scelta di quali mettere in pratica e quanto impegnarsi spetta ai politici. La buona notizia è che ora, con la nuova pubblicazione, non ci sono più scuse per l’inazione climatica. 

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