25,2 miliardi, è enorme e in costante crescita il business dei reati legati al settore agroalimentare. Secondo l’8° Rapporto Agromafie, realizzato da Coldiretti in collaborazione con Eurispes e la Fondazione Osservatorio Agromafie, in soli 10 anni il giro d’affari è più che raddoppiato.
Tra i reati più radicati figurano il caporalato, la falsificazione e sofisticazione dei prodotti alimentari, l’usura e il cybercrime. Un fenomeno particolarmente diffuso è l’acquisizione di terreni agricoli da parte delle mafie che così riciclano denaro sporco.
Una novità rilevante emersa dal Rapporto è la nascita di “organizzazioni transnazionali tra Italia e Paesi extra-europei, che agiscono come agenzie informali di intermediazione illecita della manodopera agricola”. La presentazione del Rapporto Agromafie è stata occasione per fare il punto sulla lotta a questi crimini che travalicano i confini nazionali e che come tali andrebbero contrastati con la creazione di una struttura europea apposita in grado di coordinare l’azione dei diversi Paesi.
Ettore Prandini, Presidente di Coldiretti, ha dichiarato a TeleAmbiente: “Il valore dell’agromafia oggi nel nostro paese ha superato i 25,2 miliardi, purtroppo in crescita rispetto agli anni precedenti. Ancora una volta diventa determinante il tema della formazione, della comunicazione, dell’interlocuzione anche fra forze dell’ordine e organismi deputati a poter
intervenire per fare in modo che questi 25,2 miliardi siano destinati a quelli che sono i veri agricoltori, a chi si occupa in termini di correttezza all’interno della filiera agroalimentare e
soprattutto creando sempre più trasparenza tramite l’obbligo dell’origine enorme in termini
legislativi che ci diano la possibilità di poter prevenire e non solo di poter intervenire
successivamente quando purtroppo il reato è già stato compiuto.”
Sale a 25,2 miliardi il business delle #agromafie che nel giro di poco più di un decennio ha praticamente raddoppiato il volume d’affari, dal caporalato alla falsificazione e sofisticazione dei prodotti alimentari, dal controllo della logistica all’appropriazione di terreni pic.twitter.com/mf0NK0Yao5
— Coldiretti (@coldiretti) May 20, 2025
Francesco Lollobrigida, ministro dell’Agricoltura ha dichiarato: “Il nostro governo si è distinto
per un’azione che dal primo momento ha configurato una collaborazione tra le diverse forze
che si occupano di questo settore, con una cabina di regia che adesso nel disegno di legge che ho fatto approvare in Consiglio dei Ministri diventa istituzionalmente garantita per permetterle ancora maggiore operatività. I dati segnano una crescita del business delle agromafie perché è diventato più interessante il business legato all’agri-food anche per i dati particolarmente significativi che il nostro settore sta raggiungendo con 70 miliardi di export, con una crescita del valore aggiunto dell’economia legata all’agricoltura che ci vede primi in Europa con un risultato storico superando Francia e Germania. È ovvio che il confronto oggi anche organizzato qui da Coldiretti che fa un’analisi di quelli che sono i dati è uno strumento utile per riuscire ad avere una informazione corretta su quello che avviene e quindi calare forme di deterrenza e ovviamente persecuzione dei reati legati a questo settore.”
Per l’Eurispes ha presentato i dati del Rapporto, Alberto Mattiacci, Presidente del comitato scientifico: “I numeri dicono che il perimetro del volume d’affari dal 2011 ad oggi è più che raddoppiato. Siamo passati da un valore di 12 miliardi circa stimato nel giro d’affari di agromafie a esattamente il doppio, 25 miliardi e qualcosa. Il dato ancora più inquietante è che dentro questa crescita quantitativa c’è una grande crescita qualitativa perché il fenomeno si è andato strutturando nell’economia del paese lungo tutta la filiera. Quindi mentre inizialmente sembrava più limitato alle fasi finali nella parte distributiva e logistica adesso addirittura arriviamo a quello che noi abbiamo chiamato una sorta di land grabbing 2.0, cioè a comprare la terra al primario. Quindi c’è questa strutturazione lungo tutta la filiera e l’altro elemento importante è che non sembra esserci nessuna attività immune da questa penetrazione.”