
Qualità dell’aria. Approvato lo schema di accordo tra Regione Toscana e Università di Firenze per una collaborazione scientifica e la prosecuzione del progetto regionale Patos (Particolato atmosferico in Toscana), finalizzato alla caratterizzazione chimica del Pm10 in Toscana e alla identificazione delle principali fonti di inquinamento.
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Nei giorni scorsi, spiega una nota, l’Università di Firenze e Arpat hanno dato inizio alla terza fase installando presso la stazione di rilevamento di Lu-Capannori (Lucca) che rappresenta l’area di maggiore criticità per il Pm10 in Toscana, un analizzatore per la caratterizzazione chimica e per l’applicazione della metodologia statistica che sarà utile all’identificazione delle principali sorgenti di emissione di inquinanti.
Un analogo strumento sarà installato presso la stazione di rilevamento di Fi-Figline (Firenze).
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Quattro le linee di ricerca:
- Linea 1 – Misure del particolato fine PM10 con la caratterizzazione chimic-fidica e l’applicazione della statistica per identificare le principali sorgenti di emissione presso la stazione di rilevamento di qualità dell’aria LU-Capannori che rappresenta l’area di maggiore criticità per il PM10 in Toscana. La ricerca ne aggiorna una analoga effettuata nel 2006 nella prima edizione di PATOS.ù
- Linea 2 – Utilizzo della metodologia statistica PMF (Positive Matrix Factorization) per identificazione delle principali sorgenti di emissione sulla campagna di misura sul sito Osmannoro effettuata dal Dipartimento Chimica dell’Università di Firenze.
- Linea 3 – Misure del particolato fine PM10 con caratterizzazione chimico-fisica e applicazione della statistica per identificazione delle principali sorgenti di emissione presso la stazione di rilevamento di qualità dell’aria FI-Figline, area critica per la qualità dell’aria ma nella quale nelle precedenti edizioni del progetto PATOS non sono mai stati svolti studi di approfonditi sulle principali cause dell’inquinamento.
- Linea 4 – Valutazione della componente di spray marino sulle misure di PM10 presso la stazione di rilevamento di qualità dell’aria LU-Viareggio, che vuole quantificare il contributo naturale del sale marino ai superamenti del valore limite giornaliero di PM10 anche per poterlo scontare dai livelli di concentrazione registrati dalla stazione stessa.