La pubertà arriva sempre prima e tra le cause c’è anche l’inquinamento.
Come riportato dalla BBC, una ricerca effettuata negli Stati Uniti ha indagato le cause della pubertà sempre più precoce nelle bambine il cui fisico si sviluppa prima del tempo, lasciandole a gestire un corpo da pre adolescente in età precocissima.
Negli Stati Uniti in media le mestruazioni cominciano quattro anni prima rispetto a cento anni fa. Oggi l’età media è di undici anni e mezzo. Ma allarmi simili sono stati lanciati in diverse parti del mondo, in Italia diverse ricerche hanno legato la pubertà precoce allo stile di vita imposto dal Covid, in Corea del Sud sono stati segnalati casi di pubertà precoce prima degli otto anni.
A preoccupare sono le ripercussioni sulla salute che queste bambine avranno in futuro, la pubertà precoce è legata a un rischio maggiore di contrarre il cancro ovarico e della mammella oltre a malattie come diabete, obesità e disturbi cardiovascolari. Gli altri rischi sono la restrizione degli anni di fertilità, e l’aumento dei casi di menopausa precoce.
Ma cosa c’entra l’inquinamento?
Uno studio condotto in Polonia, Paese in cui la maggior parte delle industrie si avvale ancora di combustibili fossili, mostra come esista una relazione tra l’esposizione al gas nitrogeno e l’aumento di casi di pubertà prima degli undici anni. Anche le polveri sottili, Pm 2.5 e Pm10 sono correlate con la pubertà precoce poiché i dati mostrano come le bambine esposte a tali sostanze nel grembo materno e durante l’infanzia hanno maggiori probabilità di avere il ciclo anni prima rispetto alle bambine che non sono state esposte a tali sostanze nocive.