
Con un dossier di 10 pagine il governo italiano ha presentato il piano green per gli investimenti ecosostenibili. Nel piano anche la transizione dell’Ex Ilva.
Oggi la Commissione europea svelerà il suo maxi-piano per gli investimenti ecosostenibili da mille miliardi di euro in dieci anni e autorevoli fonti del governo italiano assicurano che Roma si sta preparando per giocare questa partita.
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Prima della pausa natalizia c’è stata una riunione del Ciae, il Comitato interministeriale per gli Affari europei, dalla quale è uscito un documento di dieci pagine dedicato alla strategia italiana nel quadro del Green Deal europeo. Il 14 febbraio il testo sarà oggetto di una nuova discussione, che forse porterà a una leggera revisione alla luce degli elementi che verranno presentati oggi dalla Commissione Ue.
Ma chi ha visto il «non paper» assicura che al suo interno ci sono già tutte le linee-guida per la progettazione green del governo italiano. Una strategia che ovviamente verrà dettagliata in ognuno dei suoi capitoli a partire dai prossimi mesi, con le rispettive risorse da destinare: al momento non vengono ancora indicate cifre precise sulle somme che il governo è pronto a mettere sul piatto.
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Il documento prevede un coinvolgimento di tutti i ministeri, ma soprattutto della Cassa depositi e prestiti, che giocherà un ruolo fondamentale per spingere il programma di investimenti europeo «InvestEu», che secondo i calcoli di Bruxelles dovrebbe portare 280 miliardi di euro aggiuntivi rispetto a quelli che arriveranno dal bilancio Ue e dal cofinanziamento nazionale. L’effetto leva permetterebbe di raggiungere così quota mille miliardi.
«L’Italia parteciperà alla sfida della neutralità climatica entro il 2050 con tutte le carte in regola» assicurano le stesse fonti di governo, che elencano le aree su cui si concentra il documento. Rinnovabili, infrastrutture, transizione industriale e sociale, ma anche agricoltura. Del resto la Commissione ha l’ambizione di utilizzare il 40% dei fondi per la Pac (la politica agricola comune) per progetti legati agli obiettivi climatici.
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Ancora da definire, invece, il piano strategico dettagliato per avere accesso al Fondo per la transizione giusta. Bruxelles vuole mobilitare fino a 100 miliardi, da destinare alle regioni più colpite dalla riconversione energetica. Ma chiede alle capitali di produrre un progetto nazionale. Spetterà dunque ai singoli governi indicare le aree a cui destinare i soldi, a patto che rispettino determinati criteri.
La lobbying italiana sin qui esercitata a Bruxelles durante la fase preparatoria del maxi-piano per gli investimenti del Green Deal ha permesso di ottenere qualche risultato. Rispetto alla proposta iniziale, il regolamento che verrà adottato oggi dalla Commissione dice che tutti gli Stati potranno avere accesso a questi fondi, mentre una prima versione li limitava ad alcune aree predefinite.
Inoltre il governo è riuscito a ottenere la possibilità di far rientrare anche tutte le industrie altamente inquinanti (leggi Ilva), non soltanto quelle del carbone. Però – spiegano da Roma – è ancora presto per poter parlare di progetti precisi da candidare ai fondi per la transizione.
Perché la proposta della Commissione va nella giusta direzione, ma da qui all’approvazione finale vanno superati ancora diversi ostacoli. Il regolamento, per esempio, può essere emendato da Consiglio e Parlamento. E l’esito dei negoziati tra i governi sul prossimo bilancio Ue potrebbe cambiare le carte in tavola