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È iniziato un processo storico sul clima alla Corte Internazionale di Giustizia

È iniziato un processo storico sul clima alla Corte Internazionale di Giustizia

Le udienze alla Corte Internazionale di Giustizia vedono 98 stati e 12 organizzazioni discutere gli obblighi legali sul cambiamento climatico. Un parere consultivo atteso nel 2025 potrebbe ridefinire la responsabilità degli stati.

Sono cominciate oggi le audizioni, presso la Corte Internazionale di Giustizia all’Aia, nei Paesi Bassi di quello che è stato definito da più parti un “processo storico”: 98 stati e 12 organizzazioni internazionali presenteranno le loro argomentazioni su cosa gli stati debbano fare legalmente per combattere il cambiamento climatico.

Con oltre 100 entità coinvolte, questo potrebbe diventare il caso più significativo nella storia della Corte. Il parere consultivo atteso per il 2025 non sarà vincolante, ma potrebbe avere un enorme impatto politico e giuridico.

L’Iniziativa dei Piccoli Stati Insulari

Il caso è stato promosso principalmente dai piccoli stati insulari in via di sviluppo particolarmente vulnerabili agli effetti del cambiamento climatico. Questi stati hanno guidato l’iniziativa, nata cinque anni fa grazie agli studenti di giurisprudenza delle Isole Fiji e sostenuta dal governo di Vanuatu. L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha poi richiesto ufficialmente alla Corte di esprimersi sugli obblighi degli stati in materia di cambiamenti climatici.

Il governo di Vanuatu, arcipelago dell’Oceano Pacifico, ha dichiarato di aver “assistito in prima persona” al fallimento delle negoziazioni internazionali sul clima, riferendosi in particolare al summit COP29. Qui è stato raggiunto un accordo per fornire 300 miliardi di dollari annui entro il 2035, giudicato però “insufficiente” dalle nazioni in via di sviluppo.

I giudici della corte si concentreranno su due questioni chiave: quali sono i doveri degli stati nel proteggere il clima e quali le conseguenze legali per le azioni o inazioni che causano danni significativi.

Il Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici delle Nazioni Unite ha fornito ai giudici una panoramica scientifica della crisi, evidenziando l’urgenza di azioni concrete.

Sebbene il parere consultivo della ICJ non sarà giuridicamente vincolante, potrà influenzare i futuri sviluppi delle politiche climatiche e le cause legali a livello globale. Potrebbe diventare un riferimento per richiedere risarcimenti da parte dei Paesi insulari in via di sviluppo alle nazioni più inquinanti, rendendo gli stati responsabili per la mancata azione sul cambiamento climatico.

La Voce di Vanuatu e degli altri Paesi insulari

Ralph Regenvanu, inviato speciale per i cambiamenti climatici di Vanuatu, ha ricordato che, nonostante l’Accordo di Parigi del 2015, “Vanuatu e altri stati insulari stanno ancora lottando per prevenire ulteriori danni, mentre cercano di riparare quelli già subiti.”

Margaretha Wewerinke-Singh, consulente legale per Vanuatu, ha dichiarato: “Questo è il caso più grande nella storia dell’umanità. I territori stanno già scomparendo, i mezzi di sussistenza sono distrutti e i diritti umani fondamentali violati.”