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Bologna, premiazione Comuni Plastic Free. Intervento dr. Ragusa, autore studio plastica nella placenta

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“Il 50%  della plastica che gettiamo nei mari è prodotta da 20 aziende: non possiamo concepire che queste si arricchiscano sulle spalle di tutta l’umanità”, dr. Antonio Ragusa. 

L’11 marzo si è tenuta a Bologna, presso il Palazzo Re Enzo, la Premiazione Comuni Plastic Free 2023 organizzata da Plastic Free Onlus.

Gli enti locali selezionati, su 360 candidature, si trovano in 19 regioni italiane e hanno superato una valutazione che si basa sulla lotta contro gli abbandoni illeciti, la sensibilizzazione del territorio, la gestione dei rifiuti urbani, le attività virtuose e collaborazione con Plastic Free e i suoi volontari. In vetta alla classifica c’è il Veneto con 12 Comuni premiati, seguito dalla Campania con 8 enti e dal Trentino-Alto Adige con 7 menzioni.

Presente alla premiazione anche Antonio Ragusa, primario ospedale Fatebenefratelli di Roma e autore  dello studio della plastica nella placenta delle donne.

“Due anni fa abbiamo fatto questa scoperta inquietante,  pezzettini di plastica nella placenta delle donne. Faccio l’ostetrico di mestiere, aiuto le mamme e i bambini a nascere ma come scienziato mi sono occupato di questo problema perché il mondo sta per essere sommerso dalla plastica e dobbiamo prendere dei provvedimenti. – afferma il dottor Ragusa – La scienza è uno strumento straordinario per comprendere la realtà che ci circonda”.

Commentando alcuni dati mostra come, ad esempio, gli Stati Uniti “producono circa 120kg di rifiuti di plastica pro capite, più del doppio dell’Italia. E quella è una maleducazione“. E aggiunge: “Tutti purtroppo produciamo e gettiamo plastica, ma molti popoli più di altri. Gli americani sono primi tra tutti”.

Mostrando un altro grafico il dottor Ragusa commenta: “Queste sono le prime compagnie al mondo produttrici di plastica, nell’ordine la Coca Cola, la Nestlè, la Danone. Solo il 50% della plastica che gettiamo nei nostri mari è prodotto soltanto da 20 aziende. E allora non possiamo concepire che 20 aziende si arricchiscano sulle spalle di tutta l’umanità“. 

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