
Cosa prevede la decisione e quali sono le conseguenze pratiche.
Ponte sullo Stretto di Messina, dal governo arriva il via libera al decreto “salvo intese”. Lo ha annunciato il Ministero dei Trasporti: “Il testo sarà disponibile a breve con gli ultimi approfondimenti tecnici e il decreto consentirà l’immediato riavvio del percorso di progettazione e realizzazione dell’opera“.
Ma cosa prevede la decisione del Consiglio dei ministri e quali saranno le conseguenze pratiche? In primis, viene ricostituita la Società Stretto di Messina, che si occuperà di vari ambiti organizzativi insieme al Ministero dell’Economia e delle Finanze e al Ministero dei Trasporti. E si riparte dal progetto definitivo del 2011, adeguato alle nuove norme tecniche, di sicurezza e ambientali. “Il nuovo iter autorizzativo dovrà bollinare il ponte strallato più lungo al mondo (3,2 chilometri), che rappresenterà il fiore all’occhiello dell’arte ingegneristica italiana“, si legge nella nota del Mit.
Salvini e il Ponte sullo Stretto
Matteo Salvini, ministro dei Trasporti, è il più convinto sostenitore del progetto: “Si tratta di un’opera fortemente green, che permetterà di risparmiare tempo e denaro a chi deve attraversare lo stretto. Sarà anche motivo di grande attrazione turistica, un volano di crescita infrastrutturale per Sicilia e Calabria, che avranno un proprio amministratore nel cda della società“.
L’entusiasmo di Salvini
Ammesso che l’opera sia effettivamente di grande beneficio per Calabria e Sicilia, l’entusiasmo di Matteo Salvini è straripante. “I lavori partiranno entro l’estate del 2024, contiamo di approvare in questi tempi il progetto esecutivo. I costi saranno aggiornati dal 2011 al 2023 ma per la sola Sicilia stimiamo un aumento di ricchezza di almeno 5-6 miliardi di euro all’anno” – ha spiegato il ministro dei Trasporti – “Non c’è nessun problema di sismicità, né tantomeno di maree e di vento. Anche in Turchia e in Giappone c’è la sismicità, ma ci sono comunque i ponti. Il progetto fu realizzato e validato da società italiane, spagnole, giapponesi e americane“.
Bucci: “Applicabile il modello Genova”
Per accelerare i tempi, il governo pensa a replicare il cosiddetto modello Genova, che permise di ricostruire il Ponte Morandi a tempo di record saltando diversi iter autorizzativi, alla luce dell’emergenza. “Il modello Genova è assolutamente applicabile anche al Ponte sullo Stretto, facciamolo. Speriamo lo facciano negli stessi tempi del ponte di Genova, sarebbe un buon risultato per tutti“, ha spiegato Marco Bucci, sindaco del capoluogo ligure e commissario straordinario alla ricostruzione del Ponte Morandi.
Salini: “Il Ponte può fare da volano all’Italia”
Un parere favorevole è arrivato anche da Pietro Salini, amministratore delegato di Webuild. “Il Ponte sullo Stretto rappresenta il naturale collegamento di tutta l’Italia con l’alta velocità. In un paese in declino, che fatica a proporre innovazione sul piano tecnologico e industriale, il ponte può essere più di una semplice infrastruttura” – ha spiegato Salini – “Può essere un’opera iconica capace di fare da volano all’Italia nel mondo. Noi, al momento, nel nostro piano non abbiamo considerato il progetto sullo Stretto di Messina“.
Ponte sullo Stretto, i vantaggi e cosa non torna
Tra i vantaggi del Ponte sullo Stretto, c’è la possibilità (potenziale) di migliorare la velocità della rete ferroviaria anche in Sicilia. Ma nella regione insulare restano le criticità dei treni regionali, con tempi di percorrenza ancora insufficienti per un territorio così vasto e popolato. E qualche perplessità arriva anche da Davide Faraone, deputato siciliano di Italia Viva, che pure è un grande sostenitore del Ponte sullo Stretto. “Due perplessità sul progetto di Salvini: innanzitutto la proposta è stata approvata ‘salvo intese’, parliamo del nulla elevato al quadrato. Siamo ad un foglio di carta volante, nulla di più, come dire che ho comprato casa ma devo trovare una banca che mi faccia un mutuo e un notaio che faccia l’atto” – ha spiegato Faraone – “Poi, senza l’alta velocità non si risolve nulla. Bene l’arrivo del Frecciarossa e i soldi per migliorare la percorrenza tra Palermo e Catania, riducendo il viaggio da tre a due ore. Ma la stessa distanza, nel ‘continente’, si percorre in un’ora. O il Ponte serve per migliorare la qualità delle infrastrutture in tutta la Sicilia, o sarà una cattedrale nel deserto e avremo solamente scherzato. Con vent’anni di ritardo si propone alla Sicilia di accontentarsi della media velocità e solo tra quattro anni, mentre in Italia si viaggia con l’alta velocità. C’è chi si accontenta, io lo trovo ingiusto e offensivo“.