Pollo e salmonella, allarme in Italia per l’antibiotico-resistenza

L’allarme lanciato dopo i test de Il Salvagente.

Pollo contaminato da salmonella, è allarme in Italia dopo le recenti analisi condotte su alcuni campioni da Il Salvagente. Ben sette campioni sui 24 analizzati (molti dei quali prodotti da marchi storici italiani) confermano la presenza del batterio salmonella Infantis. E non si tratta affatto di una buona notizia, perché questa salmonella cosiddetta minore ha una resistenza agli antibiotici che l’Efsa-Ecdc, nell’ultimo rapporto, ha stimato pari al 53% (quando la media europea è solo del 17%).

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A peggiorare la situazione è la sottovalutazione del problema: secondo l’Istituto superiore di sanità, infatti, le salmonelle cosiddette non rilevanti sono responsabili di quasi un terzo delle salmonellosi in Italia. Il Ministero della Salute aveva provato a mettere una pezza, annunciando, lo scorso 15 febbraio, una stretta sulla presenza di salmonelle minori nella carne di pollo fresca. In caso di contaminazione, la carne non doveva essere venduta ma destinata alla produzione di preparazioni precotte. La rivolta della filiera avicola, che avrebbe dovuto ritirare dal mercato la metà del pollo in vendita, ha però costretto il Ministero ad un dietrofront. E il 26 febbraio una nuova circolare aveva precisato che la disposizione era tutt’altro che definitiva e che il pollo poteva essere venduto, a condizione che nell’etichetta fosse presente l’avvertenza “da consumarsi previa cottura“.

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Il Salvagente, su 24 campioni di pollo prodotti da importanti marchi storici in Italia, ha scoperto che ben sette presentano salmonelle. Il nome dei marchi è rivelato nell’ultimo numero della rivista e, in tutti quei casi, si trattava proprio della salmonella Infantis, sempre più diffuso in Italia. “Quello che preoccupa di più è la resistenza agli antibiotico e agli antimicrobici“, avverte la professoressa Maria Pia Franciosini, docente di Patologia aviare all’Università di Perugia. Un nuovo allarme, che va di pari passo con quanto rivelato dall’ultimo rapporto Efsa-Efdc che quantifica l’antibiotico-resistenza in relazione ai fluorchinoloni, al 40% in Italia. Nessun Paese europeo ha una percentuale simile.

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