In questo numero di Agrifood Magazine, realizzato in collaborazione con Italpress: 1) Crescita record per le polizze agricole agevolate nel 2023; 2) Stop alla targhetta identificativa per le pecore, si passa al tatuaggio; 3) Un sensore nel pomodoro avvisa quando la pianta ha bisogno di acqua; 4) Eni, con Agrivanda una nuova idea di sostenibilità ambientale

 

In questo numero di Agrifood Magazine, realizzato in collaborazione con Italpress:

1) Crescita record per le polizze agricole agevolate nel 2023: Il mercato delle polizze agricole agevolate conferma, nel 2023, la tendenza alla crescita di valori e premi che, in base ai dati delle compagnie assicurative, hanno raggiunto nella scorsa campagna un nuovo massimo storico. Lo rileva l’ISMEA nel “Rapporto sulla gestione del rischio in agricoltura 2024”, che per l’insieme delle polizze agevolate, finanziate con contributi UE e nazionali, stima un valore assicurato nel 2023 di 10,3 miliardi, in crescita del 2,2% su base annua.

2) Stop alla targhetta identificativa per le pecore, si passa al tatuaggio: Niente più targhette per identificare i capi ovini e caprini, che saranno riconoscibili grazie a un tatuaggio. Un risultato storico per gli allevatori ovini e caprini sardi. Il provvedimento prevede che nei territori autorizzati, l’operatore che detiene ovini e caprini non destinati all’invio diretto al macello prima dei 12 mesi di vita, possa identificare tali animali, entro i 6 mesi di età e in ogni caso prima di lasciare lo stabilimento di nascita, mediante il bolo ruminale e il tatuaggio, riportanti entrambi lo stesso codice di identificazione individuale dell’animale attribuito da Banca dati nazionale.
Il tatuaggio, apposto sul padiglione auricolare, preferibilmente il sinistro, deve riportare il codice di identificazione chiaramente visibile, leggibile e indelebile, in modo da garantire costantemente una lettura corretta del codice stesso.
La novità è stata accolta molto positivamente in casa Coldiretti, che da tempo aspettava un provvedimento chiesto a gran voce dagli associati. «Siamo soddisfatti che si sia arrivati a questo importante risultato anche se giunge con un po’ troppo ritardo. Finalmente sono state ascoltate le nostre richieste e quelle dei tanti allevatori che attendevano ogni volta le deroghe. Adesso si volta pagina – sottolinea Battista Cualbu, presidente Coldiretti Sardegna – abbiamo sempre creduto che l’applicazione del tatuaggio fosse il metodo migliore perché più sicuro per gli animali evitando la perdita delle targhette che molto spesso creano danni e lesioni durante il pascolo».

3) Un sensore nel pomodoro avvisa quando la pianta ha bisogno di acqua: Un sensore applicato sul fusto delle piante di pomodoro per monitorare la salute della pianta e comunicare direttamente agli agricoltori il fabbisogno di acqua, grazie all’energia fotovoltaica e al sistema di connessione. Si tratta di Bioristor, l’innovativo sensore avviato da Mutti, l’Istituto dei Materiali per l’Elettronica e il Magnetismo del Cnr. Dalle prime sperimentazioni, questo strumento ha portato ad un risparmio idrico del 45% rispetto alle pratiche tradizionali. Bioristor era stato già utilizzato per monitorare kiwi, vite e melo, mentre questa prima sperimentazione congiunta, condotta presso l’Azienda Stuard di Parma, ha dimostrato l’efficacia del sensore nel migliorare l’efficienza nell’uso dell’acqua in condizioni di siccità estrema. Grazie a un protocollo irriguo basato sull’intelligenza artificiale, è stato possibile ottenere un risparmio idrico del 45% rispetto alle metodologie convenzionali. “La sperimentazione evidenzia il potenziale della tecnologia per migliorare l’efficienza delle risorse agricole, come l’acqua, e aumentare la sostenibilità del settore – spiegano i ricercatori di Imem-Cnril Bioristor, insieme all’algoritmo di intelligenza artificiale, rappresenta un passo avanti nell’agricoltura di precisione, consentendo di massimizzare l’efficienza nell’irrigazione e ottenere produzioni di alta qualità anche in condizioni avverse”.

4) Eni, con Agrivanda una nuova idea di sostenibilità ambientale: Riqualificazione agricola e biomonitoraggio per una nuova idea di sostenibilità ambientale. Questo l’obiettivo di Agrivanda, l’iniziativa volontaristica di Eni gestita dalla Fondazione Enrico Mattei, nata nel 2018 a Viggiano in Basilicata. Si tratta di un laboratorio formativo, innovativo e di idee, oltre che uUn dimostratore di buone pratiche agricole mirate alla salvaguardia delle risorse idriche, del suolo e dell’energia. La coltivazione, raccolta e trasformazione di colture officinali come la lavanda o la rosa damascena e il ripristino della biodiversità di colture autoctone sono gli elementi caratterizzanti del campus agricolo sperimentale, che ospita anche il progetto di biomonitoraggio ambientale tramite le api.