Nella giornata di oggi sono stati ascoltati in audizione alla Camera i rappresentanti di associazioni e organizzazioni legate ai settori del clima e dell’energia sulla proposta di modifica del Piano.
Si sono tenute oggi a Montecitorio le audizioni sulla proposta di aggiornamento del Piano nazionale integrato per l’energia e il clima.
Si tratta di quel Piano, presentato dal governo italiano alla Commissione europea nel giugno del 2023, previsto dall’Unione europea per definire le politiche e le misure che i governi devono adottare per il raggiungimento degli obiettivi energia e clima al 2030.
Per questo motivo nella giornata di oggi sono stati ascoltati dai membri delle Commissioni riunite Ambiente e Attività produttive diversi portatori di interesse che hanno dato la propria visione e presentato le proprie valutazioni sulla questione.
Critiche al PNIEC dai sindacati
Forti critiche all’operato del governo sono arrivate da parte dei sindacati. In particolare i rappresentanti della CGIL hanno dichiarato che “c’è un ritardo preoccupante nei tempi con cui noi rispettiamo gli impegni posti e assunti in Europa. Da un lato sulla produzione delle Fer su cui siamo molto in ritardo. Male anche sull’idroelettrico dove la messa a gara dei bacini sta bloccando investimenti e bloccando brutalmente innovazione di quegli impianti. C’è un problema ancora maggiore che riguarda l’elettrificazione dei consumi. Il nostro Paese, dieci anni fa ha raggiunto il 20% dell’elettrificazione dei consumi. Oggi siamo al 21% con un target del 27% al 2030”.
Per la UIL con il PNIEC “senza una strategia industriale comunitaria che possa dirsi simile a quella degli Stati Uniti d’America gli obiettivi rischiano non solo di non essere raggiunti ma anche di diventare nel breve periodo elementi di de-industrializzazione e quindi di ampliamento delle disuguaglianze”.
“Il PNIEC? Assolutamente insufficiente”
A parlare ai parlamentari riuniti a Montecitorio c’era anche Agostino Re Rebaudengo presidente di Elettricità futura che ha definito il PNIEC “assolutamente insufficiente” per giungere agli obiettivi di decarbonizzazione dati e ha dichiarato: “Dovremmo realizzare almeno 12 GW di nuovi impianti rinnovabili all’anno. Ricordo che nel 2022 ne abbiamo realizzati solo 3 e che nel 2023 abbiamo realizzato solo 6 GW”.
A fargli eco i rappresentanti di Alleanza Fotovoltaico che in audizione hanno dichiarato: “Uno dei temi che ci sta più a cuore è che il PNIEC dovrebbe annoverare e rafforzare come concetto il tema delle autorizzazioni soprattutto sui grandi impianti soprattutto sulla burocrazia. Abbiamo circa 40 GW di progetti di impianti fotovoltaici in attesa di autorizzazione, il 75% in istruttoria tecnica, nonostante il lavoro delle commissioni via e PNIEC-Pnrr del Mase. Ma c’è un tema importante che va regolamentato che è legato all’impatto dei pareri del ministro della Cultura. Ad oggi anche in aree idonee, il 95% dei progetti riceve parere negativo e quindi, di conseguenza, abbiamo 1700 progetti, quasi 9 progetti su 10, che necessitano dell’intervento del Consiglio dei ministri. L’attuale struttura normativa non consente di realizzare il numero di impianti necessari a raggiungere gli obiettivi”.
PNIEC, tra critiche all’impianto normativo e richieste di revisioni
Input di modifica del PNIEC sono arrivate da più parti. Se Piero Gattoni, presidente del Consorzio italiano biogas, ha parlato della necessità di un piano di investimenti ambizioso sul biogas, durante le Audizioni si è parlato anche di superbonus e più in generale di ecobonus.
A farlo è stato Tommaso Franci degli Amici della Terra che ha dichiarato: “Riteniamo che vada fatta una riforma del sistema delle detrazioni fiscali. Il punto di riferimento dovrebbe essere l’esperienza dell’ecobonus che anche durante l’esperienza del superbonus ha dato risultati molto importanti a costi inferiori. Accanto a questo tipo di strumento dovrebbe essere prevista una graduazione dell’intensità di incentivazione che premia le tecnologie che danno i migliori risultati in termini di riduzioni di emissioni e dell’aumento dell’efficienza. Riteniamo che la tecnologia centrale sia quella delle pompe di calore, anche per il ruolo che gli attribuisce il Pnec. Però, in molti casi, il PNIEC non offre una valutazione, per esempio, del fatto di non aver raggiunto gli obiettivi previsti dal primo PNIEC del 2019”.
Un “testo unico dell’edilizia che possa raccogliere tutte le detrazioni fiscal e che possa avere misure stabili nel tempo e con un orizzonte pluriennale importante” è invece la proposta di AssoESCo, l’Associazione italiana delle Energy Service Company.
Spazio anche alle questioni legate al trasporto e alla mobilità. Sebastiano Gallitelli, Segretario Generale di Assopetrolio-Assoenergia nel corso delle audizioni ha dichiarato che il target dei 6,6 milioni di vetture a batteria al 2030 è troppo costoso e ha richiesto una rivalutazione. “Raggiungere l’obiettivo di elettrificare un terzo del parco auto costerebbe 9 miliardi di euro per l’elettrificazione del Paese e 50 miliardi di euro per incentivare il rinnovo del parco auto. Bisogna rendere rivedere gli obiettivi per la mobilità elettrica, costosi rispetto alle alternative green disponibili”, ha poi aggiunto.