Sembra plastica ma non lo è! Stesso aspetto e funzionamento ma è totalmente biodegradabile. Il materiale è stato brevettato dall’ingegnere Sharon Barak: si scioglie in acqua e scompare in pochissimo tempo a differenza della plastica.
Un’invenzione che potrebbe dare un grosso contributo all’inarrestabile onda di plastica che sta invadendo i nostri mari. L’idea è stata dell’ingegnere chimico Sharon Barak che, dopo aver lasciato un’industria dove si produceva plastica per mettersi in proprio e brevettare questo nuovo materiale completamente biodegradabile ed ecologico al 100%. Nasce così la startup “Solutum”.
Distributori automatici green, prodotto il primo bicchiere ‘Cup2Cup’ in plastica riciclata
La plastica convenzionale, una volta gettata, può rimanere in natura per decenni e persino secoli, diventando sempre più una minaccia sia gli animali che per le persone. Il tempo medio per biodegradarsi è di 50 anni per i bicchieri di plastica, 200 anni per le cannucce e 450 anni per le bottiglie di plastica.
Secondo una stima basata su una nuova ricerca, almeno 14 milioni di tonnellate di pezzi di plastica di larghezza inferiore a 5 mm si trovano probabilmente sul fondo degli oceani del mondo. L’analisi dei sedimenti oceanici fino a 3 km di profondità suggerisce che potrebbe esserci 30 volte più plastica sul fondo dell’oceano del mondo di quanta ne galleggia in superficie.
Non solo posate, piatti e cannucce. Stop a vendita e uso anche di bicchieri in plastica
Sharon Barak si era prefissata l’obiettivo di realizzare un prodotto con stesso aspetto e funzionamento della plastica ma che allo stesso tempo si possa dissolvere in acqua in brevissimo tempo e senza danneggiare la natura. Si tratta di un materiale talmente naturale che si può addirittura bere l’acqua in cui si è sciolta.
In un momento delicato come questo che stiamo vivendo a causa dell’emergenza Covid-19 è importante trovare soluzioni e alternative allo smodato uso di plastica monouso. Dall’inizio dell’emergenza sanitaria sono stati prodotti milioni e milioni di mascherine, milioni di visiere, milioni di guanti, di tute per il personale medico e infermieristico, di contenitori per gli alimenti, per gli imballaggi, per i trasporti: una quantità di plastica dirompente e che difficilmente l’ambiente riuscirà a sostenere, se non verrà trattata correttamente.