La Carnival Corp, la più grande società di navi da crociera americana, con una flotta di 25 navi, dovrà pagare una multa di 20 milioni di dollari dopo che la Princess Cruiser, una sussidiaria della Carnival, ha ammesso di aver violato i termini di una conciliazione del 2017, successiva a una denuncia per smaltimento improprio dei rifiuti.
Secondo la sentenza emessa da una giuria La Carnival è stata accusata di aver scaricato resti di cibo e plastica nell’oceano, non ha registrato accuratamente lo smaltimento di rifiuto, ha creato falsi dati e registri e ha segretamente “sistemato” le proprie navi per risolvere qualsiasi problema che sarebbe potuto venir fuori da una successiva ispezione. L’accordo prevede che la Carnival paghi 20 milioni di dollari entro sette giorni, accetti una seconda ispezione, rispetti l’accordo del 2017, riduca l’uso di plastiche uso singolo sulle sue navi e crei un team il cui scopo sia migliorare lo smaltimento dei rifiuti. Se Carnival non rispetterà questi termini, dovrà pagare una multa aggiuntiva di 1$ milione – 10$ milioni al giorno.
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“La Carnival Corporation rimane impegnata nel raggiungimento dell’eccellenza nel campo del rispetto e della protezione dell’ambiente in cui viviamo, lavoriamo e viaggiamo ” – ha dichiarato un rappresentate della Carnival – “La nostra aspirazione è di lasciare i posti che attraversiamo meglio di come erano prima”.
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Nel 2017 la Princess Cruises è stata dichiarata colpevole di aver rilasciato petrolio illegalmente nell’oceano e di averlo deliberatamente nascosto. La Princess è stata costretta a pagare una multa di 40 milioni di dollari come parte dell’accordo con la giuria; da allora la Carnival è sotto una fase di “libertà vigilata” di 5 anni, durante i quali deve consentire a una squadra di ispettori terze parti di esaminare le loro navi dopo ogni viaggio.
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Secondo un recente documento, la Carnival ha violato le leggi per la protezione dell’ambiente già dal primo anno del suo periodo di prova. Gli ispettori hanno rilevato oltre 800 violazioni solo nel periodo che va da aprile 2017 ad aprile 2018, 25 per scaricamento illegale di petrolio, 19 per aver bruciato petrolio in aree protette e più di 150 per oggetti andati “accidentalmente” fuori bordo.