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Il disastro in Galizia ha intensificato gli sforzi dell’UE contro l’inquinamento da microplastiche

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L’inquinamento da microplastiche aumenta sempre di più ed episodi come quello dei pellet  dipersi nel mare in Galizia hanno destato un’ulteriore preoccupazione sulle norme di esportazione da parte dell’UE.

Lo scorso dicembre, una nave che navigava al largo del Portogallo ha perso sei container contenenti un totale di circa 25.000 kg di pellet di plastica. Questi sono finiti sulle coste a nord della Spagna, in Galizia, causando un disastro ambientale al quale si sta ancora cercando di porre fine.

L’emergenza ha mobilitato – oltre alla Giunta della Galizia – anche numerose associazioni e volontari, che hanno mappato le zone colpite dalla marea di “lacrime di sirena” e si sono attivate per ripulire le coste galiziane.

L’episodio ha inasprito il dibattito su un disegno di legge dell’UE volto a prevenire proprio l’inquinamento da microplastiche di questo tipo. Gli eurodeputati hanno discusso l’11 gennaio sulla possibilità di abbassare la soglia oltre la quale gli operatori economici dovrebbero essere considerati responsabili dei pellet in plastica che trasportano.

Il testo, la cui proposta è stata adottata lo scorso 16 ottobre dalla Commissione europea, ha l’obiettivo di garantire che tutti gli operatori che trattano pellet nell’UE rispettino i requisiti obbligatori e adottino le misure precauzionali per prevenire le perdite in tutte le fasi della catena di approvvigionamento. La proposta prevede una riduzione della dispersione dei pellet nell’ambiente fino al 74%.

Il disastro ecologico in Galizia ha quindi rimarcato la necessità di misure più stringenti nei confronti del trasporto di pellet in plastica. Il membro del gruppo S&D, Nicolas Casares, originario della regione colpita della Galizia, ha chiesto al PPE di mostrare maggiore “empatia” e ad esortare il gruppo a “non proteggere coloro che inquinano”.

“Riducendo la soglia da 1.000 tonnellate a 250 tonnellate vogliamo garantire che l’aggiornamento dei piani di valutazione del rischio copra un numero maggiore di aziende: valutazioni più aggiornate aiuteranno a prevenire ulteriori sversamenti”, ha detto Casares.

Inquinamento da microplastiche, un problema ricorrente sulle coste del Mediterraneo

Ogni anno vengono prodotti circa 300 milioni di tonnellate di granuli in plastica, di cui si stima che circa 230 mila tonnellate finiscano negli oceani.

La marea di microplastica ha riportato l’attenzione su un problema globale ma che per quanto riguarda la Spagna va avanti da anni. Quello accaduto lo scorso dicembre infatti, non è l’unico incidente che ha causato l’invasione di microplastiche sulle coste nordoccidentali del Mediterraneo, soprattutto a Tarragona. Il problema risale almeno al 2018 , ma ha acquisito una certa notorietà quando, nel 2022, i volontari di un’iniziativa promossa dalla ONG Good Karma Project hanno affermato di aver battuto un record per la raccolta di questa plastica: 1,8 milioni di pezzi in due ore dopo aver percorso 200 metri di spiaggia a La Pineda.

Sebbene le autorità affermino che i pellet non sono tossici, si teme che la vastità dell’inquinamento sulle coste spagnole possa mettere in pericolo la fauna selvatica, l’ambiente e l’industria della pesca locale.