I colossi Coca Cola, Nestlé e Danone sono stati denunciati all’Ue per le loro dichiarazioni ecologiche fuorvianti sulle bottiglie di plastica.
I consumatori sono stufi del greenwashing del 100% riciclabile e/o riciclato e hanno presentato una denuncia, dati alla mano, alla Commissione europea. Nel mirino grandi colossi come Coca-Cola, Nestlé, Danone per le loro dichiarazioni fuorvianti sul riciclaggio delle bottiglie in plastica.
L’accusa è mossa dal Bureau Européen des Unions de Consommateurs (BEUC) che, supportato da ClientEarth e la Coalizione Ambientale sugli Standard (ECOS), ha segnalato all’autorità Ue le affermazioni commerciali fuorvianti sulla riciclabilità dei prodotti da parte dei principali commercianti di bottiglie di acqua potabile, come Coca-Cola, Danone e Nestlé.
Secondo i dati del rapporto, realizzato dall’associazione dei consumatori insieme ai due gruppi ambientalisti, le affermazioni delle aziende citate non sono conformi alle norme dell’Ue sulle pratiche commerciali sleali.
I punti principali, identificati dal gruppo, portati all’attenzione della Commissione europea, riguardano i termini “riciclabile al 100%” e “100% riciclato”. In entrambi i casi, le affermazioni sono fuorvianti per il consumatore, perché i tassi di riciclaggio di una bottiglia in PET sono molto più bassi (55%) e le possibilità che quella plastica torni ad essere una bottiglia è intorno al 30%.
Inoltre, l’apposizione sulle etichette di immagini verdi (circuiti chiusi, loghi verdi o immagini della natura) sulle bottiglie promuovono false idee di circolarità infinita della plastica e neutralità ambientale.
“Le prove sono chiare: le bottiglie d’acqua in plastica semplicemente non vengono riciclate più e più volte per diventare nuove bottiglie in Europa”, ha affermato Rosa Pritchard, avvocato specializzato in materie plastiche presso ClientEarth.
Ora che è stata presentata la denuncia, il prossimo passo spetta all’Ue. Se la Commissione europea è d’accordo con la denuncia, può organizzare una risposta coordinata tra le autorità nazionali preposte alla tutela dei consumatori, che potranno poi agire.
BREAKING: We’re supporting legal action against Coca-Cola, Nestlé and Danone for misleading claims about recycling.
With @ecos_standard, we’re supporting @BEUC in filing an external alert to the EU Commission. #deplastifyhttps://t.co/WSJSSBFeWq (1/4)
— ClientEarth (@ClientEarth) November 7, 2023
Plastica, Coca Cola e Pepsi hanno aumentato quella usa e getta di centinaia di migliaia di tonnellate
Siamo circondati dai rifiuti in plastica e quanto emerge dal rapporto “Global Commitment Five Years In” della Ellen MacArthur Foundation non è incoraggiante.
Infatti, lo studio ha evidenziato che nonostante le imprese firmatarie del Global Commitment (il 20% del settore mondiale degli imballaggi in plastica) abbiano sovraperformato nel loro impegno per contrastare i rifiuti da plastica, l’obiettivo è ancora lontano.
Le altre imprese del settore infatti, non hanno ancora adottato provvedimenti in questo senso e questo renderà più complicato per le aziende firmatarie raggiungere gli obiettivi chiave del 2025.
A meno che non vi siano politiche vincolanti e misure normative più ambiziose combinate con una maggiore azione imprenditoriale, La Ellen MacArthur Foundation prevede che “20mila miliardi di articoli di imballaggio flessibile, come involucri, buste e bustine, finiranno nell’oceano entro il 2040”.
Una previsione che sembra verosimile, in base all’analisi di Oceana sul Global Commitment 2023. L’associazione ha scoperto che i due marchi più inquinanti, Coca-Cola e Pepsi, hanno aumentato il proprio utilizzo di imballaggi in plastica rispettivamente di oltre il 6% (oltre 206.000 tonnellate), fino a raggiungere i 3,43 milioni di tonnellate nel 2022 e del 4% (oltre 100.000 tonnellate) fino a 2,6 milioni di tonnellate dichiarate nel 2022.