Le stime prevedono un ulteriore aumento della produzione entro il 2050.
Allarme plastica, in particolare per quanto riguarda quella monouso. Secondo Greenpeace, la produzione raddoppierà i volumi del 2015 entro il 2035 per poi triplicarli entro il 2050. Il 40% della produzione totale di plastica, poi, riguarda quella monouso, più difficile da riciclare e maggiormente responsabile dell’inquinamento. L’allarme arriva dal rapporto ‘Plastica: emergenza fuori controllo‘ diffuso dalla ong, che spiega perché questo modello produttivo è insostenibile: nella storia umana, solo il 10% della plastica prodotta è stato correttamente riciclato, mentre il 14% è stato bruciato e il restante 76% è finito in discarica o disperso nell’ambiente.
Nel rapporto “Plastica: emergenza fuori controllo” passiamo in rassegna le conseguenze del modello produttivo attuale. Aziende e governi hanno fallito nell’affrontare la crisi ambientale dovuta all’inquinamento da plastica. #CarrelliDiPlastica https://t.co/xGda9gcxE3 pic.twitter.com/nNTNNsQfnn
— Greenpeace Italia (@Greenpeace_ITA) March 31, 2022
“Oggi, considerando l’intero ciclo di vita, il settore della plastica sarebbe il quinto/sesto Stato per emissioni di gas serra. Se le stime di crescita della produzione dovessero essere confermate, diverrebbe il terzo Stato per emissioni entro il 2050“, la denuncia di Greenpeace. Giuseppe Ungherese, responsabile della campagna inquinamento di Greenpeace Italia, ha spiegato: “L’abuso di plastica usa e getta è un’evidente e intollerabile assurdità. Finora si è sempre fallito nell’affrontare concretamente la crisi ambientale, ma la recente risoluzione approvata dall’Onu è un primo passo importante che deve portarci a un trattato globale vincolante per gestire i problemi legati all’intero ciclo di vita della plastica“.