
Plastica. Dopo un anno di battaglie finalmente a partire dal 2019 partiranno azioni concrete per fermare l’invasione della plastica, battaglia nella quale ancora una volta l’Italia si dimostra all’avanguardia. Si parte subito con il divieto di produzione e vendita di cotton fioc.
Dopo aver bandito nel 2011 i sacchetti per la spesa non biodegradabili e nel 2018 i sacchetti per l’ortofrutta, dal primo gennaio 2019 nel nostro Paese sarà vietato produrre e vendere cotton fioc non biodegradabili e compostabili, cioè con il bastoncino in plastica. L’Italia è il primo paese nell’Unione europea a bandirli: i produttori dovranno anche indicare sulle confezioni le regole per un corretto smaltimento e il divieto di gettarli nel wc.
L’Unione europea lo scorso 19 dicembre ha deciso che dal 2021 saranno vietati un serie di oggetti in plastica usa e getta non biodegradabile: posate e piatti, cannucce, contenitori per alimenti e tazze in polistirolo espanso (come le scatole degli hamburger del fast food), bastoncini di cotone per i prodotti dell’igiene tipo cotton fioc, bastoncini per palloncini e prodotti in plastica oxo-degradabile (per esempio le buste di plastica che si frammentano se esposte all’aria).
E dal 1 gennaio 2020 saranno anche vietate le microplastiche nei prodotti cosmetici da risciacquo ad azione esfoliante o detergente verranno . Si tratta di minuscoli granelli di plastica che finiscono nei fiumi e nei mari, vengono mangiati dai pesci e attraverso la catena alimentare finiscono sulle nostre tavole.
Il ministro dell’Ambiente Sergio Costa (M5S) ha già depositato in Consiglio dei ministri il disegno di legge “Salvamare”, che a gennaio dovrebbe arrivare in parlamento. La legge prevede l’anticipo di un anno, al 2020, del bando europeo della plastica monouso. “Noi sappiamo che mediamente vengono prodotti trecento milioni di tonnellate di plastica a livello globale, nel pianeta, e addirittura otto milioni annue le ritroviamo nei mari, compreso il Mar Mediterraneo, che peraltro è un mare abbastanza chiuso, quindi ha un interscambio marino estremamente ridotto”, ha riferito il ministro. – Questo è un problema molto serio, che noi affrontiamo sia a livello europeo, come Paese Italia, sia a livello nazionale”.