Il ministro Gilberto Pichetto: “Si tratta di un Piano che riguarda azioni sul fronte sociale, economico, culturalo e ovviamente anche energetico e ambientale. Lo sviluppo dell’Africa avrà ricadute positive anche sull’Italia, definire gli obiettivi a priori non è semplice perché sono relativi a grandi progetti e investimenti, con tempi non immediati”.
Al prossimo vertice ministeriale su clima, energia e ambiente, oltre ai rappresentanti dei Paesi del G7 ci saranno, tra le varie delegazioni, anche l’Unione europea e diversi Paesi africani, come la Mauritania, il Kenya e l’Algeria, oltre alla Banca Africana di Sviluppo. Un’occasione perfetta per discutere tempi e modi di applicazione del Piano Mattei, come ha spiegato, a margine della presentazione dell’evento, il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin.
“Il Piano Mattei è qualcosa di molto grande, che riguarda azioni di tipo sociale, economico, culturale e ovviamente anche energetico e ambientale. Per quanto di mia competenza, significa anche utilizzare il veicolo dell’energia, e della produzione e fornitura ai Paesi in via di sviluppo” – il commento del ministro – “Ovviamente, guardiamo all’Africa e, in particolare, al Nord Africa e all’area sub-sahariana perché sono le aree più vicine a noi, i nostri confini, e la loro crescita sociale ed economica diventa un beneficio anche per il nostro Paese. Il Fondo Clima per l’Italia è di oltre 4 miliardi e le nostre azioni sulla fornitura di energia possono contribuire al loro sviluppo“.
“Posso fare alcune considerazioni: noi ci attrezziamo per avere pipeline che possano portare almeno 20-30 miliardi di m³ di gas che è veicolo di transizione al 2050” – ha aggiunto Gilberto Pichetto – “Per quanto riguarda l’idrogeno, l’Unione europea stima di aver necessità di 20 milioni di tonnellate al 2030, di cui 10 di produzione europea e altri 10 di importazione. Quasi un 50% delle importazioni potrebbe provenire da Sud, sia dall’Italia che dal Nord Africa, utilizzando energia elettrica da fotovoltaico o eolico“.
“Come totale di esportazione verso Nord, si può ragionare anche su qualche milione di tonnellate, se riusciremo a produrle in Africa e se l’Ue riuscirà a raggiungere questo obiettivo” – ha concluso il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica – “Si tratta però di un obiettivo ‘in progress’, dovuto a grandi progetti e tempi non immediati, oltre che a grandi investimenti. Non è un automatismo, sono ipotesi di lavoro che stiamo affrontando“.