Il 2023 sarà ricordato come il Toxic Deal europeo: l’Ue non manterrà la sua promessa di vietare PFAS e altre sostanze chimiche tossiche nei prodotti revisionando il regolamento Reach.
L’Europa non ha mantenuto la sua promessa di vietare le sostanze tossiche – tra cui molti PFAS – nei prodotti come previsto dal Green Deal europeo lanciato nel 2020.
La notizia arriva dal The Guardian, che spiega che vietare le sostanze tossiche principali nei prodotti non rientra tra le proposte politiche trapelate per il prossimo anno.
Il quotidiano internazionale ha visionato la copia del programma di lavoro della Commissione per il 2024 che sarà presentato il prossimo martedì e non c’è nulla di buono in fatto di ambiente, men che meno in fatto di sostanze chimiche.
Tra i grandi assenti ci sono il divieto di esportazione di sostanze chimiche illegali dall’Europa al resto del mondo e il divieto di allevamento in gabbia. Tra le leggi da eliminare c’è anche quello che la Commissione considerava un fiore all’occhiello della strategia “Farm to fork”: il quadro di sistemi alimentari sostenibili.
PFAS e altre sostanze chimiche tossiche, niente revisione del regolamento Reach dell’Ue
La revisione del regolamento Reach dell’Ue che disciplina le sostanze chimiche quindi, non ci sarà. Almeno per il momento e secondo quanto trapelato dai documenti.
Tatiana Santos, responsabile della politica sulle sostanze chimiche presso l’Ufficio europeo dell’ambiente (EEB), una rete di organizzazioni di cittadini ambientalisti, ha affermato che “la Commissione europea ha tradito i cittadini europei , chiudendo un occhio sull’inquinamento chimico e privilegiando gli interessi a breve termine dell’industria tossica rispetto a quelli dei suoi cittadini. È ormai chiaro che per questa Commissione i profitti dell’industria chimica sono più importanti della salute degli europei. Il Green Deal europeo sarà ricordato come il Toxic Deal europeo”.
La salute dei cittadini europei e le conseguenze sull’ambiente di queste sostanze sembrano essere meno importante delle pressioni dell’industria chimica sugli Stati membri.
Lo scorso luglio, una fuga di notizie aveva lasciato trapelare che l’esecutivo dell’Ue era sull’orlo del dietrofront sotto la forte pressione dell’industria chimica europea e dei partiti politici di destra riguardo ai divieti sulle sostanze chimiche.
Cappelletti (M5S): “Per il Governo i PFAS continuano a rimanere un problema di serie C”
Il deputato del Movimento 5 Stelle in commissione Industria, Enrico Cappelletti, ha commentato così la risposta a una sua interpellanza al ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica: “Da veneto conosco molto bene purtroppo i connotati del disastro ambientale che ha sconvolto la regione, oggi zona rossa d’Italia: 300.000 i cittadini che hanno pagato carissima l’esposizione prolungata ai PFAS, con insorgenza di tumori, malattie metaboliche, infertilità maschile e interferenze con la salute riproduttiva delle donne. La tutela della salute pubblica deve venire prima di tutto e la dispersione di questi inquinanti chimici eterni deve essere vietata. Per il Governo invece i PFAS continuano a rimanere un problema di serie C. Ci auguriamo solo che quanto accaduto in Veneto non sia vano perché disastri simili non devono più avvenire”.
Il deputato, nell’interpellanza, ha inoltre fatto riferimento ai dati pubblicati da Greenpeace Italia sulle acque contaminate in Lombardia che evidenziano come la situazione dell’inquinamento da PFAS in Italia sia sempre più grave e non si può più ignorare, neanche a livello europeo.