PFAS, negli Stati Uniti di forever chemical ce ne sono parecchi ma anche l’Europa non scherza, ecco la mappa che mostra i siti più inquinati.
I PFAS, composti chimici considerati “perenni” perché l’ambiente non è in grado di assorbirli, inquinano più di 17.000 siti in tutto il vecchio continente. Una maxi inchiesta svela i siti più inquinati dai PFAS in Europa e anche l’Italia ha molto luoghi che sono stati contaminati da questi “veleni perenni” altamente nocive per la salute e per l’ambiente.
L’inchiesta Forever Pollution Project, realizzata da 14 giornalisti europei, mostra che la contaminazione da PFAS è più alta di quanto si sappia pubblicamente. I giornalisti hanno raccolto 100 set di dati per costruire una mappa unica nel suo genere della contaminazione da PFAS in Europa.
PFAS, ecco cosa mostra la mappa della contaminazione in Europa e in Italia
Dalle ricerche e analisi effettuate, è risultata una mappa, la più completa è stata pubblicata su Le Monde, ecco cosa mostra.
2️⃣ Forever Pollution Project: journalists mapped the horror of #PFAS pollution in Europe
18 European newsrooms joined forces and published an online map of Europe, showing known and presumptive pollution hotspots with the harmful PFAS chemicals. 👉 https://t.co/jrOLM3isek pic.twitter.com/utE67YoPk8
— CHEM Trust (@CHEMTrust) March 3, 2023
Dall’inchiesta, è emerso che in Europa ci sono:
- 20 impianti chimici produttori di PFAS;
- 2.100 siti considerati “hotspot PFAS”, dove la contaminazione raggiunge livelli considerati pericolosi per la salute delle persone esposte (la soglia è di 10 nanogrammi per litro);
- Oltre 17.000 siti in cui è stata rilevata la contaminazione da PFAS, in acqua, nel suolo o negli organismi viventi da tem scientifici e agenzie ambientali nell’arco degli ultimi dieci anni (2003-2023);
- Oltre 21mila presunti siti di contaminazione.
Anche le acqua italiane sono inquinate dai PFAS, il caso del Veneto
Per quanto riguarda l’Italia, come già noto, dalla mappa emerge un’alta concertazione di siti contaminati da PFAS soprattutto nelle regioni del nord come il Veneto, già conosciuto per essere uno degli epicentri della presenza dell’inquinante perenne. Alti livelli anche in Piemonte, nelle zone limitrofe allo stabilimento della Solvay specializzato proprio nella produzione di Pfas, in Lombardia e in Toscana.
Un ulteriore allarme in merito ad una situazione già nota, che mette a rischio l’ambiente e la salute delle persone. Giuseppe Ungherese, responsabile della campagna Inquinamento di Greenpeace, dichiara: “Questa indagine senza precedenti tocca un nervo scoperto su cui le autorità nazionali da tempo hanno scelto di non intervenire, nonostante sia chiaro che la contaminazione riguardi l’acqua, l’aria, gli alimenti e il sangue di migliaia di persone. Si tratta di un’emergenza ambientale e sanitaria fuori controllo. Esortiamo il governo, il parlamento e i ministeri competenti ad assumersi le proprie responsabilità varando in tempi brevi una legge che vieti l’uso e la produzione di tutti i Pfas, insieme all’adozione di adeguati provvedimenti di bonifica e all’individuazione di tutti i responsabili”.
PFAS nell’acqua potabile, negli USA fissati i limiti per la prima volta
Gli USA, per la prima volta stanno cercando di fare un passo avanti per tutelare la salute dei cittadini in merito alla contaminazione da PFAS. L’Agenzia per la protezione dell’ambiente (EPA) degli Stati Uniti ha proposto di fissare limiti molto severi riguardo a sei molecole, appartenenti al gruppo dei PFAS, trovate nell’acqua potabile del rubinetto. L’Agenzia ha proposto come valore di riferimento lo zero tecnico, cioè il valore più basso rilevabile dalle strumentazioni.