Mangiare riso bianco, caffè, uova, ma anche carne e frutti di mare può portare a livelli più alti di PFAS nel corpo umano.
Secondo un nuovo studio pubblicato su Science of Total Environment, le persone che consumano di più questi alimenti presentano livelli più alti di PFAS nel plasma e nel latte materno.
La ricerca ha analizzato i campioni 3.000 donne incinta di età compresa tra i 18 e i 45 anni, rilevando che caffè e riso bianco potrebbero essere più contaminati rispetto ad altri alimenti.
Il consumo di carne rossa invece, è stato associato ad alti livelli di PFOS, una delle sostanze chimiche eterne più pericolose. La carne, specialmente quella lavorata, era già stata individuata come possibile fonte di esposizione ai PFAS in uno studio precedente. Così come per i frutti di mare, che in una ricerca condotta sempre nel New Hampshire sono stati rilevati in grandi quantità nel pesce e nei crostacei.
Lo studio condotto dal team dell’Università di Dartmouth, nel New Hampshire, è tra i primi che dimostra come riso e caffè potrebbero essere tra i cibi più contaminati. I risultati, oltre a dimostrare l’ubiquità dei PFAS nella catena alimentare, evidenziano anche le possibili modalità con cui queste sostanze possono finire negli alimenti.
“I risultati puntano decisamente verso la necessità di una gestione ambientale e di tenere i PFAS fuori dall’ambiente e dalla catena alimentare”, ha affermato Megan Romano, ricercatrice e autrice principale del Dartmouth al The Guardian. “Ora siamo in una situazione in cui sono ovunque e rimarranno anche se effettuiamo una bonifica aggressiva”.
I PFAS infatti, sono chiamati forever chemicals proprio perché non si decompongono naturalmente nell’ambiente e provocano danni agli ecosistemi e anche all’organismo umano. Numerosi studi hanno correlato l’esposizione alle sostanze per-e polifluoralchiliche a tumori, malattie della tiroide, infertilità, livelli alti di colesterolo e altri problemi di salute.
PFAS in riso, caffè e uova, ecco come vengono contaminati
Secondo gli scienziati, le sostanze chimiche eterne possono finire in vari modi all’interno di questi cibi. Potrebbero arrivare dai terreni inquinati o dall’acqua agricola nel caso del riso. Le uova potrebbero assorbire i PFAS attraverso i fanghi di depurazione delle acque (utilizzati come fertilizzante) o, nel caso di quelle da galline di cortile, dagli avanzi di cibo. Le sostanze chimiche potrebbero essere anche nei mangimi per gli uccelli.
Il terreno inquinato è il principale sospettato anche per la presenza di forever chemicals nel caffè, che potrebbe assorbirne anche dai filtri utilizzati per la preparazione o dai bicchieri di carta.
“I nostri risultati suggeriscono che determinati fattori dietetici e punteggi di qualità della dieta durante la gravidanza possono influenzare le concentrazioni di PFAS sia nel plasma materno che nel latte umano, il che potrebbe orientare interventi mirati e linee guida dietetiche per ridurre l’esposizione ai PFAS sia per le partorienti”, ha spiegato Romano.
Secondo i ricercatori è bene seguire una dieta varia così che nessuna fonte proteica rappresenti una quota troppo elevata del totale. Inoltre, le diete ricche di frutta, cereali integrali e fibre alimentari sono state associate a livelli più bassi di PFAS.