PFAS anche negli imballaggi per il pet food, con rischi anche per la salute degli animali domestici. Ci sono alternative?
I PFAS, le cosiddette sostanze chimiche eterne, si trovano proprio ovunque. Sono infatti presenti in quasi tutti i beni di consumo che fanno parte della nostra quotidianità, come padelle, indumenti, vernici, detergenti. Si trovano persino nella carta igienica e i forever chemicals, oltre a far male all’ambiente, hanno conseguenze negative anche sulla salute umana. Molti studi hanno rilevato che alti livelli di PFAS nell’organismo possono aumentare il colesterolo e il rischio di sviluppare tumori e infertilità.
Le sostanze per-e fluoroalchiliche sono state trovate dai ricercatori anche negli imballaggi per il cibo degli animali domestici e stanno studiando i potenziali effetti nocivi che potrebbero avere anche sui pet.
Cani e gatti possono infatti venire a contatto con gli inquinanti perenni tramite il cibo. I PFAS sono sostanze ideali per l’imballaggio del pet food, che è molto grasso e umido, proprio perché sono idrorepellenti e oliorepellenti.
Uno studio americano del 2022, pubblicato su EWG, ha rilevato alte quantità di questi composti chimici all’interno dei sacchetti di varie marche di alimenti per animali domestici. Tra i prodotti con le più alte concentrazioni ci sono Meow Mix Tender Centers (oltre 600 ppm), Purina Cat Chow (più di 310 ppm) per i gatti. Tra i cibi per cani, i livelli più alti erano in Kibbles n’ Bits (poco meno di 600 ppm) e Blue Buffalo’s Life Protection Formula (più di 150 ppm).
Negli Usa, c’è stata la messa al bando degli imballaggi alimentari contenenti PFAS (aggiunti intenzionalmente o no) in un range da 0 a 100 ppm. La spinta data dalla ricerca, ha fatto sì che sempre più aziende adottassero delle formule più sostenibili e prive di forever chemicals, come l’americana Ahlstrom.
PFAS negli imballaggi del pet food, qual è la situazione in Italia?
Per quanto riguarda l’Italia, tra le aziende che hanno messo a punto una formula priva di PFAS per gli imballaggi, puntando su soluzioni più sicure, c’è Fiorini Packaging, che utilizza confezioni in vari strati di carta appositamente create per il pet food.
Le prospettive per il settore degli alimenti per animali domestici quindi, dovrebbero andare di pari passo con quelle degli imballaggi per gli alimenti degli essere umani, facendo riorganizzare le aziende con confezioni prive di questo materiale tossico.
Tra le alternative ai PFAS individuate dalla ricerca, c’è poi la possibilità, con piattaforma di modelli VEGAHUB sviluppata dall’Istituto Mario Negri, di scegliere per ordine di importanza sostanze alternative ai PFAS a catena lunga in base all’impatto negativo sull’ambiente e sulla salute. Queste sostanze individuate dalla piattaforma (circa 20) possono sostituire i forever chemicals, riducendo il loro effetto sull’ambiente e sulla salute dell’uomo e dell’animale.