PFAS, l'avvertimento (ignorato) dell'ISS sulla pericolosità già nel 2019. Greenpeace Fatto gravissimo

PFAS, l’avvertimento (ignorato) dell’ISS del 2019. Greenpeace: “Fatto gravissimo”

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L’Italia non ha ascoltato le raccomandazioni dell’ISS sui limiti nell’acqua potabile di PFOA e PFOS divulgate nel 2019. Greenpeace: “Fatto gravissimo”.

L’IARC, l’Agenzia Internazionale per la ricerca sul cancro, nel 2023 ha dichiarato cancerogeno il PFOA e possibile cancerogeno il PFOS. Già nel 2019 però, l’Istituto superiore di sanità (ISS) aveva espresso le sue raccomandazioni in merito agli inquinanti eterni, raccomandando l’adozione di parametri più stringenti per la salute umana rispetto alla presenza di queste sostanze nell’acqua potabile.

Nel documento ottenuto da Greenpeace, emergono le raccomandazioni dell’Istituto – nell’ambito della revisione della Direttiva 98/83/CE relativa alle acque destinate al consumo umano (Drinking Water Directive) – per la definizione di valori limite più bassi per le due sostanze rispetto alla somma degli altri PFAS. L’ISS, in merito a PFOA e PFOS, aveva richiesto infatti l’adozione di “valori specifici più cautelativi” rispettivamente pari a 30 nanogrammi e 65 nanogrammi per litro.

Nel 2018 la Commissione Ue era al lavoro sulla revisione della direttiva DWD e l’Istituto superiore di sanità lavorava in supporto al ministero della Sanità che prendeva parte ai lavori del Working Party on the Environment (WPE).

Il documento firmato dall’allora Presidente dell’Istituto superiore di sanità Silvio Brusaferro e inviato alla Direzione generale della Prevenzione del ministero della Sanità, evidenziava che i PFAS sono sostanze antropogeniche persistenti e che “non dovrebbero essere presenti in acque destinate al consumo umano”. Ciò nel rispetto della direttiva vigente secondo la quale le acque potabili “devono essere salubri e pulite”.

L’Italia dunque, ha richiesto di fissare i limiti più bassi per PFOA e PFOS sulla base delle indicazioni dell’Istituto e pari a “quelli in precedenza proposti dall’Austria e condivisi dal Consiglio Ue nel gennaio-febbraio 2019”. I valori di queste due sostanze sono state però inseriti nella lista dei PFAS da computare all’interno del parametro “Somma dei PFAS”, per i quali il testo della direttiva emessa dal Consiglio Ue il 5 marzo 2019 ha proposto un valore di parametro cumulativo pari a 0.1 nanogrammi per litro.

“Tuttavia – si legge nel documento – come espresso dall’Italia in WPE, per PFOS e PFOA dovrebbero essere adottati valori di parametro specifici, in quanto, sulla base delle più recenti valutazioni di EFSA il valore contenuto nella “somma dei PFAS” potrebbe non essere sufficientemente protettivo”.

PFAS, l’Italia non ha seguito i suggerimenti dell’ISS sui valori limite

Nonostante la decisione europea, sulla base di quanto affermato dall’ISS, l’Italia avrebbe potuto agire in autonomia, fissando limiti più duri per le acque potabili. Altri paesi dell’Europa si sono mossi in questa direzione. La Francia ad esempio, ne ha vietato la produzione e la vendita. Germania, Danimarca, Olanda, Svezia e Norvegia sono gli altri Paesi con limiti maggiori per gli inquinanti eterni nell’acqua.

Ma qui non è successo. Il ministero della Salute ha fissato come valore massimo nelle acque destinate al consumo umano 500 nanogrammi per litro per i PFOA e 300 per i PFOS, come da direttiva recepita nel 2023 e in vigore dal 2026.

“Il nostro governo non ha tenuto conto di queste indicazioni col decreto n.18 del 23 febbraio 2023 che ha recepito la direttiva UE 2020/2184. Si tratta della revisione della direttiva DWD richiamata nel documento di ISS e che ha fissato per la prima volta limiti per i PFAS nelle acque potabili. Questo è un fatto gravissimo”, dichiara Giuseppe Ungherese, responsabile della campagna Inquinamento di Greenpeace Italia. “Il documento di ISS conferma ancora una volta che c’è un evidente scollamento tra le indicazioni della scienza e le decisioni della politica in tema di PFAS: per quanto ancora il governo Meloni continuerà a non tutelare efficacemente la salute di migliaia di persone?”. 

Una domanda che in molti hanno rivolto al governo durante il convegno “PFAS, stop ai veleni” che si è svolto il 28 maggio presso la Biblioteca Macuto della Camera. Nell’incontro,  organizzato da Greenpeace, è emersa la necessità – sempre più forte – dei cittadini colpiti dall’inquinamento da forever chemicals di un aiuto da parte del governo, che continua ad ignorare il problema.

Convegno “PFAS, stop ai veleni” del 28 maggio 2024 a Roma, presso la Biblioteca Biblioteca Macuto della Camera.

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