Cosa sono i PFAS, dove si trovano e perché preoccupano così tanto per salute e ambiente. Facciamo il punto.
Il tema dell’inquinamento da PFAS è tra i più dibattuti del momento, soprattutto dopo le inchieste e gli approfondimenti televisivi in programmi come Presa Diretta su Rai 3.
TeleAmbiente si occupa dei cosiddetti forever chemicals da anni, quando l’emergenza ambientale non era ancora così conosciuta ma già ampiamente diffusa nelle regioni del nord Italia.
Molte associazioni ambientaliste e gruppi di cittadini si occupano dei problemi che derivano dall’inquinamento da PFAS su salute e ambiente, come Greenpeace che da anni chiede al governo una legge che ne vieti la produzione e raccoglie dati sulla presenza degli inquinanti eterni.
Ma cosa sono i PFAS e perché suscitano tutta questa preoccupazione? Facciamo il punto.
Cosa sono i PFAS e dove si trovano
Le sostanze per- e polifluoroalchiliche vennero sintetizzate per la prima volta alla fine degli anni ’30, dall’azienda chimica DuPont. I PFAS sono nati per errore, da una reazione chimica che generò una strana polverina dalle capacità incredibili. Queste sostanze infatti hanno proprietà idrorepellenti e oleorepellenti, oltre ad essere molto resistenti alle alte temperature. Per questo i PFAS iniziarono ad essere impiegati in moltissimi rami dell’industria e negli anni sono diventati composti onnipresenti in una grande varietà di prodotti.
Tra gli oggetti d’uso comune che contengono PFAS troviamo: padelle di teflon, indumenti impermeabili, imballaggi per alimenti, detergenti per la casa, vernici e persino la carta igienica.
I forever chemicals si trovano anche negli alimenti che sono stati esposti a queste sostanze chimiche e che, di conseguenza, introduciamo nel nostro organismo. Uno studio ha rilevato che alcuni cibi aumentano i livelli di PFAS, tra cui tè, carne di maiale, carne lavorata, caramelle, bevande sportive, burro, patatine e acqua in bottiglia. Gli inquinanti eterni si trovano anche in frutta e verdura. Un report ne ha rilevato la presenza in frutta e verdura in Europa, tra cui fragole, pesche, albicocche, indivia, cetrioli.
Il problema dell’inquinamento da PFAS su salute e ambiente
Il gruppo di sostanze chimiche denominate PFAS è molto vasto e non di tutte queste molecole si conoscono gli effetti su ambiente e salute. Ciò che è noto è che gli inquinanti eterni sono così definiti per un motivo: si accumulano nell’ambiente. Ciò comporta l’inquinamento di terreni e acqua, che finiscono per alterare gli ecosistemi e per contaminare anche l’organismo umano. Ma quali sono gli effetti per la salute?
Nel corso degli anni, numerosi studi hanno portato alla definizione dei PFAS, da parte dell’IARC, come sostanze “cancerogene per l’uomo”, riferendosi in particolare ai PFOA.
L’esposizione a queste sostanze infatti, può causare gravi danni alla salute. Essendo degli interferenti endocrini, i PFAS sono correlati al rischio di contrarre alcune forme di cancro femminile (utero, ovaie, seno). Sono poi associati al rischio di tumori ai testicoli, ai reni, a danni alla fertilità e possono favorire alti livelli di colesterolo.
PFAS, quali sono i territori inquinati in Europa e in Italia
Numerose ricerche hanno rilevato la presenza di PFAS nei corsi d’acqua e nelle acque potabili, soprattutto in zone limitrofe a fabbriche che li utilizzano. Questo fenomeno però, non riguarda solo un’area limitata del mondo, ma ha dimensioni globali.
L’inchiesta Forever Pollution Project mostra che la contaminazione da PFAS è più alta di quanto si sappia pubblicamente. In Europa sono oltre 17.000 i siti contaminati dai forever chemicals.
L’Italia non è immune da questo problema, anzi è in corso un’emergenza nazionale che ogni giorno causa sempre più danni. Tra i casi più gravi di contaminazione, c’è quello del Veneto, ma anche Piemonte, Lombardia e Toscana sono molto esposte ai PFAS. In quasi tutta Italia comunque, sono presenti gli inquinanti eterni.
I valori limite stabiliti attualmente, non tutelano la salute ed è necessario che il governo agisca con una legge che ne vieti l’utilizzo, come ha spiegato Giuseppe Ungherese, responsabile della campagna inquinamento di Greenpeace Italia a TeleAmbiente.