Home Attualità PFAS coperti da “segreto militare”. Svelati i retroscena del caso Miteni

PFAS coperti da “segreto militare”. Svelati i retroscena del caso Miteni

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Un’intervista su Vicenza Today svela le “guarantigie speciali” coperte dal “segreto militare” sui PFAS e alcuni retroscena del caso Miteni.

L’intervista di Marco Milioni su Vicenza Today non lascia spazio alle interpretazioni. Sotto ai PFAS in Italia c’è qualcosa di più. L’informazione dei media – seppur aumentata e dettagliata – sui forever chemicals resta ancora troppo in superficie. Una superficie che non basta a smuovere le fondamenta di un problema radicato molto più in profondità e che sarebbe coperto “dal segreto militare”.

È quanto racconta un funzionario del ministero dell’Ambiente al giornalista, che è voluto rimanere anonimo, svelando alcuni retroscena del caso Miteni, un’azienda che da anni scatena polemiche tra i movimenti ecologisti di tutta Italia, ma soprattutto del Veneto.

Lo scoppio del caso italiano ha acceso ancor di più (ma non abbastanza) i riflettori sull’inquinamento da PFAS, anche grazie all’informazione internazionale “più capillare e puntuale”. Secondo l’intervistato, il caso ha assunto un peso politico quando il New York Times ha portato alla luce il caso di Robert Bilot, l’avvocato che ha dato filo da torcere alle multinazionali produttrici di PFAS negli Stati Uniti, intentando per primo una causa (che ha vinto) contro i giganti della chimica.

Un punto di svolta, secondo l’anonimo funzionario del MASE, che afferma a Vicenza Today: “È stato sicuramente un giro di boa. Perché a quel punto era chiaro che il conflitto non riguardava solo l’ambiente visto come realtà ideale da proteggere e chi quell’ambiente lo altera. Di più, la politica ha dovuto rendersi conto, la storia di Bilott coi risarcimenti miliardari accordati ai danneggiati lo dimostra, che si era passata la soglia. Per cui la posta in gioco diveniva chiaramente contendibile su più piani. Le corporation hanno cominciato a capire che potevano rimetterci chissà quanti quattrini.

Ed ecco che il dito si punta non verso i prodotti contenenti PFAS di uso quotidiano – teflon, indumenti impermeabili – ma verso la grande industria: aeronautica, navale, militare. È lì che sta il massiccio impiego di PFAS ed è lì che le pressioni della coscienza ambientalista purtroppo possono poco, perché: “le leggi si fanno in Parlamento. Ed è qui che l’industria, ambienti governativi, ambienti militari, intelligence, si sono fatti sotto ed hanno ottenuto la solita provvisoria dilazione all’italiana”, spiega il funzionario.

PFAS coperti dal segreto militare, Zanella: “Se fosse vero sarebbe uno scandalo”

Luana Zanella, capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra alla Camera, dichiara in merito alle guarentigie speciali sui PFAS: “Apprendiamo da informazioni di stampa che in Italia la produzione di Pfas sarebbe oggetto di guarentigie speciali richiamate anche in alcuni documenti coperti dal segreto militare: lo afferma una fonte riservata del Ministero dell’ambiente. I Pfas sono micidiali sostanze che hanno sicuri effetti cancerogeni secondo uno studio di un gruppo di lavoro composto da 30 scienziati di 11 paesi nell’ambito dello Iarc, l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro. I risultati del lavoro saranno pubblicati sulla rivista Lancet Oncology. Noi da tempo chiediamo l’abolizione di queste sostanze, attraverso una progressiva uscita dal loro utilizzo industriale. Di fronte alla indiscrezione pubblicata da un giornale del Veneto, chiediamo al ministro dell’Ambiente Pichetto Fratin di spiegare in Parlamento se è vero che esiste un segreto militare a tutela dell’uso dei Pfas, perché se così fosse, saremmo di fronte ad uno scandalo nazionale di inaudita gravità, visto che stiamo parlando di salute pubblica. Proprio per la gravità della questione ho presentato una proposta per istituire una commissione d’inchiesta“.

PFAS, la tragedia delle acque contaminate in Veneto

L’inquinamento da PFAS è presente in tutta Italia, ma la regione più colpita dai forever chemicals è il Veneto. Nel 2013 uno studio del CNR-IRSA porta alla luce un grave inquinamento da PFAS in alcune aree del Veneto situate tra le province di Vicenza, Verona e Padova. Le indagini svolte hanno accertato che il principale responsabile della contaminazione di acqua e terreni era l’azienda chimica Miteni di Trissino (VI).

A TeleAmbiente Giuseppe Ungherese, responsabile campagna inquinamento Greenpeace Italia, ha spiegato cosa sono e quali le conseguenze per la nostra salute.