PFAS nella carne, l’Istituto Federale Tedesco per la Valutazione dei Rischi ha calcolato i valori limite per i mangimi destinati agli animali. Servono però analisi più complete sul suolo e sull’acqua.
I PFAS, detti anche “inquinanti eterni” perché sono sostanze che non si degradano nell’ambiente e si accumulano anche nell’organismo umano, si trovano ovunque, anche nel cibo. Anche la carne rientra tra gli alimenti in cui è stata riscontrata la presenza di sostanze per-e polifluoroalchiliche.
È proprio sul cibo di origine animale che il Bundesinstitut für Risikobewertung (BfR), l’Istituto Federale Tedesco per la Valutazione dei Rischi ha pubblicato una valutazione in cui richiede di fissare un limite ai PFAS nei mangimi affinché la carne non superi i livelli di sicurezza per gli inquinanti eterni.
L’Istituto ha deciso di rivedere i livelli massimi di PFAS nei mangimi sulla base delle indicazioni stabilite dall’Unione europea nel 2023 sul limite di alcune molecole negli alimenti di origine animale, tra cui PFOS, PFOA, PFNA e il PFHxS.
Come riporta Il Salvagente, il BfR ha presentato nuovi calcoli per determinare le concentrazioni massime di inquinanti eterni nei mangimi che consentono il rispetto dei limiti negli alimenti di origine animale.
I calcoli sono stati effettuati per becchime, foraggio e pastoni per bovini, ovini, suini da ingrasso e galline ovaiole. In base ai risultati ottenuti, i mangimi con livelli inferiori ai valori calcolati non superano i livelli massimi presenti poi nelle carni. Questi, secondo l’Istituto tedesco, potrebbero fungere da linee guida in agricoltura e allevamento in attesa che vengano delineati dei limiti ufficiali.
PFAS nella carne, pochi dati per valutare i livelli di esposizione degli animali
Tra i problemi riscontrati dalla valutazione c’è quello della scarsità di dati a disposizione sui livelli di PFAS ai quali sono esposti gli allevamenti. Oltre al cibo, le possibili fonti di inquinanti eterni sono l’acqua e il suolo con cui vengono a contatto gli animali.
Secondo il BfR quindi “devono essere prese in considerazione tutte le fonti di PFAS rilevanti per l’animale destinato alla produzione alimentare in una valutazione del rischio”.
La richiesta dell’Istituto federale tedesco è dunque di porre un limite ai PFAS nei mangimi, includendo nella valutazione anche la contaminazione di acque e terreni, affinché la carne non superi i livelli di sicurezza per la salute umana.
Numerosi studi hanno associato le sostanze chimiche “eterne” a rischi per la salute come problemi alla fertilità, cancro, aumento del livello di colesterolo. L’esposizione ai PFAS avviene tramite inalazione o ingestione e in quest’ultimo caso, in molti cibi sono è stata rilevata la presenza di forever chemicals. Tra questi, oltre alla carne, anche riso bianco, caffè, uova e frutti di mare.