Le sostanze chimiche PFAS sono presenti anche nelle giacche impermeabili, pantaloni e scarpe che utilizziamo per la nostra attività sportiva. Ma non tutte le aziende li utilizzano. Ve lo raccontiamo in questo magazine di TeleAmbiente.
Brand che producono giacche, pantaloni e scarpe che indossiamo abitualmente per le nostre gite in montagna o nelle passeggiate all’aria aperta contribuiscano a contaminare direttamente la natura a causa delle sostanze chimiche con cui vengono prodotti. Un paradosso? Decisamente sì.
In questo speciale di TeleAmbiente parliamo di PFAS, i cosiddetti inquinanti eterni, sostanze che hanno proprietà idrorepellenti e oleorepellenti, oltre ad essere molto resistenti alle alte temperature, motivo per cui vengono impiegate da anni in moltissimi settori, come nel caso dell’abbigliamento tecnico per l’outdoor.
Gli inquinanti eterni sono così definiti per un motivo: si accumulano nell’ambiente. Ciò comporta l’inquinamento di terreni e acqua, che finiscono per alterare gli ecosistemi e per contaminare anche l’organismo umano.
Uno studio condotto dall’Associazione tedesca per la protezione dell’ambiente e della natura (BUND), insieme ad altre 14 organizzazioni ambientaliste, ha analizzato 56 giacche per l’abbigliamento outdoor dei bambini. Il verdetto è stato inquietante: il 63% conteneva Pfas.
E ancora una ricerca di Ethical Consumer ha esaminato 27 aziende che producono e vendono in Gran Bretagna abbigliamento outdoor come pile, giacche impermeabili, scarponcini e zaini, scoprendo che l’82% utilizza ancora PFAS.
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Perché indossare giacche, scarpe e pantaloni da trekking realizzate utilizzando PFAS è pericoloso per la nostra salute? Ce l’ha spiegato Giuseppe Ungherese, responsabile campagna inquinamento Greenpeace Italia.
L’organizzazione ambientalista già nel 2016, con la campagna Detox Outdoor, è riuscita a coinvolgere molte aziende con l’obiettivo di eliminare dai processi produttivi le sostanze chimiche per produrre i più comuni capi di abbigliamento.
Tra le aziende che hanno aderito alla campagna di Greenpeace Detox Outdoor molte sono del distretto tessile di Prato, il più grande Europa. Tra queste compare l’azienda chimica Daykem, un esempio italiano nel settore tessile che non utilizza i pfas nelle lavorazioni. A raccontarcelo è stato l’AD di Daykem Gabriele Paoletti.
Quando si parla di abbigliamento, scarpe e attrezzature sportive, non possiamo non citare un’azienda da più di 40 anni attiva nel settore dello sport retail, che riunisce sotto il proprio marchio oltre 1500 negozi di articoli sportivi su scala mondiale. Stiamo parlando di Decathlon. Abbiamo chiesto all’azienda se è a conoscenza della problematica relativa all’utilizzo, da parte ancora di molte aziende, dei PFAS, nella produzione di abbigliamento outdoor e quali tra i brand che troviamo nei negozi Decathlon producono giacconi, pantaloni o altro senza l’utilizzo di tali sostanze. Ci ha risposto Nicoletta La Torre – External & Corporate Communication Manager di Decathlon.
Un mondo senza PFAS è allora possibile? Sì, lo dimostrano aziende come Daykem. Ci sono molte altre aziende disposte a farlo? Sì, lo dimostrano campagne come quella lanciata da Greenpeace. C’è ancora molta strada da fare? Si, ma le alternative ci sono per la nostra salute e per la tutela dell’ambiente.