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Pesticidi, tracce di antiparassitari in tutta la Val Venosta

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Ancora allarme sull’uso di pesticidi in agricoltura. Un nuovo studio dell’Università di Vienna mette in luce la correlazione tra l’uso di antiparassitari e inquinamento, anche a chilometri di distanza.

La Val Venosta, regione italiana che da sola produce il 10% delle mele europee, è stata oggetto dello studio. La frutta è notoriamente soggetta all’azione dei parassiti e delle malattie fungine, non fanno eccezione le mele, che vengono protette con l’uso di sostanze in grado di debellare questi due fattori.

Finora si riteneva che le sostanze chimiche utilizzate si concentrassero soltanto nei meleti irrorati, la ricerca ha dimostrato però che queste sostanze possono arrivare fino alla cima delle montagne circostanti. Come riportato da Il Salvagente, analizzando i campioni di terreno prelevati in tutta la Valle è emerso come tracce di antiparassitari fossero presenti in ogni parte del territorio, seppur in concentrazione ridotta nelle zone più lontane dai meleti.

27 diversi pesticidi sono stati rilevati dagli scienziati, anche se si stima che durante l’anno la frutta sia sottoposta ad almeno 40 trattamenti, ciò è preoccupante perché non si conoscono gli effetti sulla salute umana della somma di più pesticidi, i limiti di legge riguardano soltanto le singole sostanze, nulla si sa sugli effetti della loro combinazione.

Si tratta del cosiddetto effetto cocktail, sebbene rilevati entro i limiti di legge i pesticidi presumibilmente sommano i loro effetti quando vengono utilizzati su uno stesso frutto. Sono state rilevate anche tracce di metossifenozide, un pesticida vietato in Germania per i suoi effetti inquinanti sull’ambiente. Non si conoscono neanche le conseguenze di tale mix chimico sugli organismi animali che vivono a stretto contatto con le piante, come le farfalle.

A causa della diminuzione del numero di farfalle nelle zone prese in considerazione, si ipotizza che possano essere state compromesse le capacità riproduttive di tali organismi. Da tempo le organizzazioni ambientaliste chiedono all’Unione europea di stabilire dei limiti anche per l’accumulo di pesticidi. In generale per l’abbandono o la riduzione dei pesticidi si fa appello al principio di precauzione, citato nell’articolo 191 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea, in applicazione del quale, in caso di possibile rischio per la salute umana o per l’ambiente, l’Unione può agire immediatamente per scongiurare tale rischio. Ma dopo l’abbandono della proposta di regolamento dei pesticidi, prevista dalla nuova PAC e subito cancellata dietro le pressioni degli agricoltori, appare difficile che tale obiettivo sia raggiunto nel breve periodo.

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