Il fenomeno sempre più dilagante a livello globale, l’Italia è tra i Paesi che ne utilizzano di più.

Pesticidi in agricoltura, un fenomeno sempre più dilagante in tutto il mondo. Nel 2019 sono state utilizzate circa 4,2 milioni di tonnellate (una media di circa 0,6 kg a persona) ma si prevede un ulteriore incremento di 3,5 milioni di tonnellate per sfamare la popolazione mondiale in futuro. L’Italia si trova nella top ten globale dei Paesi che utilizzano più pesticidi: con 114mila tonnellate l’anno (di 400 sostanze diverse), si colloca al sesto posto e l’utilizzo riguarda soprattutto la frutta. Gli effetti sulla salute e sull’ambiente sono potenzialmente molto dannosi, come rilevato dall’Ispra che, tre anni fa, aveva evidenziato la contaminazione del 25% delle acque superficiali e del 5% delle acque sotterranee.

L’Unione europea, impegnata a varare nuove strategie agricole come Farm to Fork e Biodiversità 2030, ha rallentato il processo verso la sostenibilità agroalimentare dopo le pressioni delle lobby del settore. Il Wwf, intanto, ha presentato un nuovo report, intitolato ‘Pesticidi: una pandemia silenziosa’, proprio per sottolineare un allarme troppo spesso sottaciuto o inascoltato. I dati sono simili a una strage: i pesticidi, in tutto il mondo, causano nove milioni di morti premature, mentre su circa 385 milioni di casi di avvelenamento ci sono stati 11mila decessi accertati. I soggetti più a rischio di esposizione ai pesticidi sono i lavoratori agricoli, ma anche donne in gravidanza e bambini, particolarmente vulnerabili a causa della loro fisiologia. Tra feti e neonati, la tossicità dei pesticidi è molto amplificata rispetto agli adulti. I pesticidi possono facilmente passare dalla mamma al feto e al neonato, tramite la placenta, il liquido amniotico e l’allattamento.

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I rischi per i bambini possono essere anche effetti cronici, capaci di comparire dopo molti anni, come disturbi del neurosviluppo e del comportamento. Preoccupano molto anche a livello ormonale i pesticidi con proprietà di interferenti endocrini, come gli insetticidi clorurati (lindano, dieldrin), le triazine (atrazina) i carbammati e il glifosato. Proprio quest’ultimo, l’erbicida più utilizzato in agricoltura e inserito dal 2015 nella lista delle sostanze cancerogene, è uno dei principali responsabili di un problema sanitario e sociale, che in Europa genera costi medici pari a 146 miliardi di euro all’anno.

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Per questo, il Wwf ha chiesto alla Commissione europea una riforma più concreta della direttiva Ue sui pesticidi, che obblighi gli Stati membri a ridurne l’utilizzo del 50% entro il 2030 e che non rinnovi l’autorizzazione, in scadenza a fine anno, dell’uso del glifosato in agricoltura. Non mancano però gli inviti ai cittadini: per il Wwf passare a una dieta vegetariana ridurrebbe la mortalità globale di oltre il 20% e fino al 40% il rischio di cancro, diabete e malattie cardiovascolari.