Home Animali Peste suina, 6 focolai in Italia, attese nuove misure

Peste suina, 6 focolai in Italia, attese nuove misure

peste suina

6 focolai di peste suina sono stati individuati, a partire dal 26 luglio, in Piemonte, nella provincia di Novara, in Lombardia, nelle province di Milano e Pavia, e in Emilia Romagna, nella provincia di Piacenza.

La peste suina è una malattia virale che causa la morte di un’elevata percentuale degli animali infetti ma che è innocua per l’uomo. La necessità di contrastare l’avanzamento della malattia deriva dagli enormi danni economici che questa causa quando infetta gli allevamenti.

Il ministero della Salute fa sapere che è “in via di elaborazione una nota informativa al territorio per rinforzare il sistema dei controlli attraverso la disposizione di una serie di misure straordinarie, al fine di scongiurare la ulteriore diffusione della malattia e nell’ottica di adottare misure di contrasto uniformi sul territorio”.

Già nel marzo scorso il ministero aveva pubblicato il “Piano di sorveglianza ed eradicazione della peste suina africana 2024”. A causa del rischio “rilevante” che la malattia arrivasse in aree fino ad allora rimaste indenni, era stato deciso di aumentare la sorveglianza su tutti i suini, sia domestici che selvatici.

Sul suo sito il ministero detta le norme precauzionali a cui tutti dovrebbero attenersi per prevenire la diffusione della malattia: “Non portare in Italia, dalle zone infette comunitarie, prodotti a base di carne suina o di cinghiale, quali, ad esempio, carne fresca e carne surgelata, salsicce, prosciutti, lardo, che non siano etichettati con bollo sanitario ovale. Smaltire i rifiuti alimentari, di qualunque tipologia, in contenitori idonei e chiusi e non somministrarli per nessuna ragione ai suini domestici o ai cinghiali. Non lasciare rifiuti alimentari in aree accessibili ai cinghiali. Informare tempestivamente i servizi veterinari del ritrovamento di una carcassa di cinghiale”

Le proteste degli animalisti

Il mondo animalisti contesta la strategia del governo basata sugli abbattimenti e chiede che invece si punti sull’isolamento degli esemplari malati. Caso esemplare quello del rifugio cuori liberi

Il ruolo dei lupi

Di fronte al diffondersi dell’epidemia, questi predatori non rappresentano un problema, ma una soluzione.

Uno studio condotto analizzando campioni di feci nelle aree della Polonia riporta la conclusione che quando i lupi consumano carne di cinghiale positivo alla peste suina africana, il virus non sopravvive al passaggio attraverso il tratto intestinale” – si legge nel testo ‘La peste suina spiegata bene’ – “Inoltre, i lupi possono limitare la trasmissione rimuovendo le carogne infettive“.