Passato, presente ma soprattutto futuro delle Residenze Artistiche: “Sostenere e tutelare una realtà nuova e innovativa nel sistema italiano dello spettacolo dal vivo”. A Perugia si è svolto con due giorni di riflessioni, confronti e dibattiti, l’incontro nazionale sul tema.
Residenze intese anche come modo di ‘abitare’ e vedere il mondo, residenze come spazi di coabitazione responsabile, residenze come spazi da vivere.
Per la realtà emergente delle residenze artistiche, nate grazie alla sinergia tra operatori, professionisti e artisti e poi riconosciute dal ministero dieci anni fa, c’è ancora tutto un futuro da costruire, con gli operatori culturali visti come agenti di cambiamento in grado di sperimentare modelli alternativi di pratiche artistiche.
In Umbria, a Perugia, si è tenuto un incontro per parlare proprio di questo, dal titolo ‘Le residenze del futuro / Il futuro delle residenze’
Il capoluogo umbro ha fatto quindi da scenario per una riflessione ampia sulle residenze artistiche, considerate elemento di novità e innovazione nel sistema italiano dello spettacolo dal vivo.
L’evento è stato organizzato dal ministero della Cultura – direzione generale Spettacolo, dalla Regione Umbria, in collaborazione con Cura-Centro umbro di residenze artistiche e Home/Dance Gallery.
Due residenze in Umbria
Dal 2018 Cura (composto da La Mama Umbria, International di Spoleto, Gestioni cinematografiche e teatrali/Zut! di Foligno, Indisciplinarte srl di Terni, Centro Teatrale Umbro di Gubbio e Micro Teatro Terra Marique di Perugia) e Home – Residenza di danza per artisti nei territori (realizzato da Dance Gallery di Perugia) sono i due progetti di residenza artistica riconosciuti da Mic e Regione Umbria nell’ambito del progetto di residenza per lo spettacolo dal vivo.
L’iniziativa è stata l’occasione per avviare un confronto tra tutte le residenze artistiche italiane (43 quelle riconosciute) che si è aperto anche ai contributi di altri interlocutori del sistema spettacolo, agli artisti, alle istituzioni, agli studiosi, ai critici e ai cittadini, col supporto di Fondazione Fitzcarraldo.
Si è discusso anche del presente e del futuro dei luoghi di creazione artistica.
Gli interventi
Tra i tanti interventi, anche quello di Paola Macchi, direttrice amministrativa e dell’organizzazione generale del Festival dei Due Mondi di Spoleto (Pg), che ha evidenziato l’importanza della sinergia e di fare sistema in ambito culturale.
“Il bando Bottom Up – ha sottolineato Paola Macchi – riveste un ruolo importante perché mette in relazione diversi promotori e istituzioni culturali del territorio, dai centri di residenza e di produzione, ai festival e ai teatri”.
“Lavorare in rete – ha aggiunto – è essenziale per promuovere i processi artistici e produttivi, fornendo un supporto concreto agli artisti emergenti, ciascuno secondo la propria specificità. Il prossimo passo sarà quello di organizzare un tavolo più ampio per portare all’attenzione anche di altri operatori le migliori esperienze artistiche, dare maggiore visibilità e supporto ai giovani talenti e far sì che le loro creazioni entrino nel sistema dello spettacolo dal vivo”.
Durante gli incontri si sono accesi focus, oltre che sulla realtà umbra, anche sui centri di residenza della Toscana e del Friuli-Venezia Giulia.
La chiusura è stata riservata agli ‘osservatori’, un gruppo eterogeneo di studiosi, critici, curatori, artisti e spettatori, appositamente convocato per partecipare attivamente a tutti i momenti di approfondimento dei tavoli di lavoro.
Il commento di Carmelina Miranda della direzione generale Spettacolo del ministero: “Le residenze non sono più a margine dello spettacolo dal vivo, ma sono una componente sempre più importante, sono una struttura ormai acquisita che sta accanto al settore dello spettacolo dal vivo e non più a latere”.
Anche per la referente della Conferenza Stato Regioni, Graziella Gattulli, il modello delle residenze in questi primi dieci anni ha funzionato bene.
“Il nodo fondamentale – ha evidenziato Graziella Gattulli – sarà ora quello di schiodare il rapporto con gli altri attori del settore dello spettacolo. La residenza è un momento di ricerca ma poi lo spettacolo deve andare in scena e per farlo ci vuole un pubblico e quindi c’è bisogno di qualcuno del settore che supporti il tutto”.
I referenti delle residenze umbre CURA e HOME hanno chiuso questi due giorni di lavoro soddisfatti di quanto emerso dai tavoli e dalle riflessioni comuni, con la consapevolezza che “le residenze sono forse una realtà fragile, ma anche molto resiliente, che va rafforzata e sostenuta perché sempre più fondante nello sviluppo dei processi creativi ed elemento di rinnovamento ormai irrinunciabile nel sistema spettacolo italiano”.