La 31esima Convention mondiale delle Camere di Commercio Italiane all’estero si è svolta a Perugia.
È stato all’insegna dell’ottimismo, e della voglia di ‘reconquista’ dopo un ventennio di bassissima crescita, il convegno “Coniugare l’Umbria al futuro. Coesione, innovazione e competenze per il futuro del Made in Italy sui mercati internazionali”, nell’ambito della sessione pubblica della 31esima Convention mondiale delle Camere di Commercio Italiane all’estero, che si è svolta a Perugia. Un ottimismo realista ed accorto, con gli interventi dei numerosi ospiti presenti che sono scesi sul concreto, sui nodi da sciogliere, sui limiti da superare.
Tra gli altri sono intervenuti anche il Presidente della Camera di Commercio dell’Umbria, Giorgio Mencaroni, neo eletto nel Consiglio Generale di Assocamerestero, l’assessore regionale Morroni ed il sindaco di Perugia Andrea Romizi che ha sottolineato l’importanza dei delegati delle Camere di Commercio Italiane all’estero, perché aiutano le nostre imprese ad affermarsi nei mercati esteri, ma anche per il fondamentale contributo informativo che offrono per affrontare al meglio una stagione complessa. “Un periodo che impone lucidità e sinergie rafforzate – ha concluso il sindaco Romizi – e che possiamo vivere con fiducia dando ciascuno un contributo a tutela di valori non solo economici, ma anche umani e sociali”.
Il Professor Paolo Taticchi, Ordinario di Strategia e Sostenibilità aziendale & Vice Preside, University College London, School of Management, nel suo discorso ha toccato vari temi di grande interesse, affermando tra l’altro che, come ormai dimostrato, non si può parlare di settori maturi come destinati irrimediabilmente a un calo di produttività. “Non a caso un personaggio come Elon Musk – ha ricordato il professor Taticchi – ha dato vita ad iniziative innovative di grande successo in settori considerati maturi, come ad esempio l’Automotive e non solo”.
L’imprenditore Brunello Cucinelli ha infine invitato a scacciare l’idea di una crisi permanente, perché non veritiera, e sollecitato a guardare i tanti aspetti positivi. “Abbiamo un welfare tra i più importanti del mondo, che “ha permesso durante la pandemia alle imprese di non licenziare – ha commentato Cucinelli – mantenendo quindi integra la base produttiva, a differenza di Paesi con un welfare più debole dove si è licenziato e che sono stati più lenti di noi nella fase di ripartenza perché si sono trovati con una base produttiva disarticolata – cosa che si è vista quando l’economia è ripartita. Abbiamo realizzato un grosso aumento del Pil – ha concluso – superando i livelli pre-pandemia, e siamo volati”