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Perugia, convegno Auto d’Epoca, un patrimonio culturale ed economico da oltre 103 miliardi

Perugia, convegno Auto d’Epoca, un patrimonio culturale ed economico da oltre 103 miliardi

‘Il valore della bellezza con le ruote’, un patrimonio storico, culturale ed economico che in Italia supera i 103 miliardi di euro, se ne è parlato nel corso di un convegno organizzato dall’Aci, che si è svolto a Perugia.

‘Il valore della bellezza con le ruote’, un patrimonio storico, culturale ed economico che in Italia supera i 103 miliardi di euro e veicola un indotto (1,9 miliardi di spese per partecipare a eventi e manifestazioni) pari a un decimo di punto percentuale del PIL del Paese.

 

Un patrimonio che può attrarre anche la malavita organizzata che prova a sfruttare i trasferimenti di proprietà di queste ‘vecchie signore’ per operazioni di riciclaggio.

Di questo e di molto altro, si è parlato nel corso del convegno che nei giorni scorsi si è tenuto nel complesso di Santa Giuliana di Perugia in occasione di ‘Incontri e dialoghi alla Scuola di Lingue Estere dell’Esercito’.

Perugia, convegno Auto d’Epoca, un patrimonio culturale ed economico da oltre 103 miliardi, foto convegno

A relazionare sull’argomento sono stati, dopo i saluti del padrone di casa, generale Pietro Romano, Ruggero Campi (presidente di Aci Perugia), Stefano D’Amico, collezionista e storico dell’auto, Patrik Ullman, direttore della Fondazione Nicola Bulgari e il Tenente Francesco Tuccillo del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Terni.

Prima degli interventi, moderati dalla giornalista umbra Donatella Miliani, il generale Francesco Mazzotta, comandante regionale della Guardia di Finanza, ha sottolineato come il fenomeno del riciclaggio di denaro ‘sporco’ sia un rischio sempre più diffuso e che le organizzazioni criminali hanno tecniche sempre più raffinate.

Il generale Mazzotta ha poi ricordato che anche la Guardia di Finanza ha una sua collezione di auto storiche e che la collaborazione con Aci, per quanto riguarda la formazione alla guida delle Fiamme Gialle, è attiva ed efficace.

Il commento del presidente Aci Perugia, Ruggero Campi:
“Le auto storiche rappresentano un vero e proprio patrimonio culturale, sociale prima ancora che economico, da conservare e tramandare”.

“Patrimonio ha riferito Campi – che risponde a norme ben precise. Un‘auto può essere definita di ‘interesse storico‘ e non semplicemente veicolo datato o vecchio, quando supera i vent’anni (tra 20 e 30) di immatricolazione e risponde a certi criteri che la possono far inserire ad esempio nella lista di salvaguardia”.

“Ma quello che spinge il collezionista verso queste ‘vecchie signore’ ha spiegato Ruggero Campi – spesso è l’emozione che la loro presenza suscita nei nostri ricordi. Sono le auto che abbiamo sognato da ragazzi. Il loro valore economico? È dato ovviamente dal mercato. E da una richiesta che sta cambiando di pari passo con le nuove generazioni”.

“Si sta erodendo purtroppo – ha constatato Campi il numero di conoscitori di alcuni modelli antichi, basti pensare alle auto dell’anteguerra “.

“Da una ricerca effettuata dalla Fondazione Caraccioloha ricordato Ruggero Campi – è emerso comunque che i collezionisti italiani (e i loro gioielli) si trovano principalmente al sud (47%), il 35% invece è al nord e solo il 18% al centro. Il valore complessivo di questo parco auto come detto, supera i 103 miliardi di euro”.

“Anche l‘Umbria ha concluso Campi ha la sua fetta di collezionisti con un parco auto storiche che supera i 2 miliardi di euro”.

Perugia, convegno Auto d’Epoca, un patrimonio culturale ed economico da oltre 103 miliardi, foto auto d'epoca

Nel corso del convegno è emerso che in realtà, il valore della bellezza con le ruote, è molto più ampio e comporta notevoli ricadute sul territorio, basti pensare ai raduni, ma anche ai cortei e le gare che vedono protagoniste le auto storiche come ad esempio la Mille Miglia.

In fondo si tratta di un vero e proprio museo open-air itinerante.

Il quadro normativo in materia di veicoli storici risponde all’esigenza di tracciare una linea di demarcazione tra i mezzi che rappresentano un patrimonio culturale e storico, quindi meritevole di essere preservato, da quelli semplicemente datati dei quali, è opportuno venga progressivamente limitata la circolazione per ragioni di tutela della sicurezza stradale e contenimento delle emissioni inquinanti.

“Per preservare questo patrimonio è stato ribadito nel corso dell’incontro – occorrono professionalità in grado di manutenere i veicoli d’epoca. Figure che stanno però via via scomparendo: oggi tecnici, ingegneri meccanici e architetti vengono istruiti solo per lavorare sul futuro dell’auto e non sul passato”.

Anche in relazione all’indotto economico significativo, legato alle auto storiche, questo, è un patrimonio che va curato, recuperato e tramandato.