In questo numero del Tg Ambiente, realizzato in collaborazione con Italpress: 1) Pene più severe per contrastare la criminalità ambientale; 2) Via libera dell’Ue alla legge sul ripristino della natura; 3) Idrogeno, via libera ai finanziamenti europei; 4) A2A, un termoutilizzatore più green a Brescia

 

In questo numero del Tg Ambiente, realizzato in collaborazione con Italpress:

1) Pene più severe per contrastare la criminalità ambientale: Pene più severe per contrastare la criminalità ambientale. Il Parlamento europeo ha approvato in via definitiva nuove misure e sanzioni per contrastare la criminalità ambientale. Il testo prevede nuovi reati tra cui figurano il commercio illegale di legname, l’esaurimento delle risorse idriche, le gravi violazioni della legislazione dell’Ue in materia di sostanze chimiche, come l’inquinamento provocato dalle navi. Gli eurodeputati hanno voluto inserire nel testo anche i cosiddetti “reati qualificati“, ovvero quelli che portano alla distruzione di un ecosistema e sono quindi paragonabili all’ecocidio. In questa categoria saranno inseriti ad esempio gli incendi boschivi su vasta scala o l’inquinamento diffuso di aria, acqua e suolo. I reati ambientali commessi da persone fisiche e rappresentanti d’impresa saranno punibili con la reclusione, a seconda della durata, della gravità o della reversibilità del danno. Per i reati qualificati, il massimo previsto è di 8 anni di reclusione, 10 anni per quelli che causano la morte di una persona, mentre 5 anni per tutti gli altri. I trasgressori inoltre, saranno tenuti a risarcire il danno causato e ripristinare l’ambiente danneggiato, oltre a possibili sanzioni pecuniarie.

2) Via libera dell’Ue alla legge sul ripristino della natura: Via libera dell’Eurocamera alla legge sul ripristino della natura, il cosiddetto Nature restoration law. Per conseguire gli obiettivi fissati dall’Ue, secondo il testo approvato in Aula, entro il 2030 gli Stati membri dovranno ripristinare il buono stato di salute di almeno il 30% degli habitat contemplati dalla nuova legge (che includono foreste, praterie, zone umide, fiumi, laghi e coralli). La percentuale aumenterà poi al 60% entro il 2040 e al 90% entro il 2050. I paesi membri inoltre, dovranno garantire che le zone ripristinate non tornino a deteriorarsi in modo significativo e dovranno adottare piani nazionali di ripristino che indichino nel dettaglio in che modo intendono raggiungere gli obiettivi. Per migliorare la biodiversità negli ecosistemi agricoli, i paesi dell’Ue dovranno registrare progressi in due di questi tre indicatori: indice delle farfalle comuni; percentuale di superficie agricola con elementi caratteristici del paesaggio con elevata diversità; stock di carbonio organico nei terreni minerali coltivati.

3) Idrogeno, via libera ai finanziamenti europei: La Commissione europea ha approvato un progetto di comune interesse europeo a sostegno delle infrastrutture dell’idrogeno. L’iniziativa è stata concepita e notificata congiuntamente da Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo e Slovacchia. Gli Stati membri erogheranno fino a 6,9 miliardi di euro in finanziamenti pubblici, che dovrebbero a loro volta liberare 5,4 miliardi di investimenti privati. 32 imprese con attività in uno o più Stati membri, tra cui anche PMI, parteciperanno a 33 progetti. L’IPCEI Hy2Infra interesserà un’ampia parte della catena del valore dell’idrogeno e sosterrà la diffusione di elettrolizzatori su larga scala per 3,2 GW per produrre idrogeno rinnovabile; la realizzazione di condotte di trasporto e distribuzione dell’idrogeno nuove e riconvertite per circa 2.700 km; lo sviluppo di impianti di stoccaggio dell’idrogeno su larga scala.

4) A2A, un termoutilizzatore più green a Brescia: Mettere l’energia in circolo, così da non sprecare nulla, recuperando ogni calore di scarto che possa contribuire alla decarbonizzazione del teleriscaldamento della città. Questo l’obiettivo raggiunto da A2A a Brescia attraverso un investimento di 110 milioni per rendere il termoutilizzatore ancora più efficiente e sostenibile. Grazie a una tecnologia innovativa sarà possibile generare energia termica in più per 12.500 famiglie a parità di rifiuti trattati, riducendo così l’uso del gas per alimentare la rete del teleriscaldamento.