
Un bicchiere intelligente che promette una valida ed ecologica alternativa all’usa e getta. Si chiama Pcup ed è flessibile, resistente e fatto in silicone. L’idea nasce da due ragazzi liguri di 28 anni, Lorenzo Pisoni e Stefano Fraioli.
“Ogni consumazione in PCUP è un bicchiere usa e getta in meno. Riusciamo a quantificare al grammo il risparmio, sia di plastica che di CO2 per produrli, rispetto all’utilizzo dei bicchieri usa e getta”. Questo è ciò che si legge sul sito web di Pcup, il bicchiere non fatto di plastica ma di silicone, un materiale che viene estratto dalla sabbia e non dal petrolio.
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Si tratta di una vera e propria alternativa alla plastica che arriva da due ragazzi liguri di 28 anni, Lorenzo Pisoni e Stefano Fraioli. “L’idea è di sostituire bicchieri di plastica usa e getta nei grandi eventi, come festival o negli stadi, con un bicchiere flessibile ma molto resistente poiché in quei contesti il vetro è vietatissimo. Questo bicchiere è certificato per duemila lavaggi in quanto silicone per alimenti, quindi è indistruttibile“, ci spiega Lorenzo.
Sul fondo del bicchiere è incorporato un chip NFC, che contiene l’identità digitale del bicchiere. Grazie all’app iOS e Android, basta appoggiare il bicchiere sullo smartphone per ordinare e pagare drink, offrire da bere ai propri amici, ricevere contenuti esclusivi legati all’evento a cui sta partecipando. Ogni barista ha un tablet dedicato, connesso a un lettore di bicchieri. Quando il cliente appoggia il suo bicchiere, il barista sa già che drink preparare, e i pagamenti sono gestiti in automatico.
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Attraverso una piattaforma cloud dedicata, i gestori possono accedere ad analytics in tempo reale sulle consumazioni, gestire i propri contenuti, comunicare con i propri clienti attraverso notifiche, promozioni, e iniziative dedicate.
Pcup è infrangibile e pieghevole, e a differenza della plastica rigida non si riga, non si opacizza e non subisce l’usura di detersivi e alte temperature. Pcup costa sicuramente di più, 1,50 euro o 2,50 euro, rispetto ad un bicchiere di plastica ma conviene rispetto alle alternative biodegradabili perché genera valore con l’uso.In un evento con 1200 persone, con almeno 2 cocktail a testa, si consumano oltre 2 mila bicchieri usa e getta. Ogni pezzo implica 19 grammi di plastica e circa 83 grammi di anidride carbonica.
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Pcup è stato scelto come buona pratica dal National Geographic per la sua campagna “Planet or plastic” o dal Sei Nazioni, il più importante torneo internazionale di Rugby. Il modello di business è quello del vuoto a rendere, ovvero il bicchiere viene dato dietro cauzione. Se non viene restituito l’esercente guadagna comunque. I profitti della Pcup derivano non tanto dalla vendita del prodotto ma dalla sua gestione. La società trattiene una percentuale sui pagamenti effettuati attraverso il bicchiere e fornisce consulenze, laddove richiesto, sui dati raccolti e campionati di volta in volta.
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“Un gioco sostenibile che in modo molto semplice toglie tonnellate di plastica negli stadi e nei festival. L’idea è nata durante un festival in Israele nel deserto dove era obbligatorio portarsi un bicchiere altrimenti il vento avrebbe spazzato via la plastica. Io non avevo un bicchiere e mi è venuto in mente di pensarne uno“, spiega Lorenzo.