Patagonia, il proprietario e fondatore cede l’azienda a una Ong: “Dobbiamo salvare la Terra”

Yvon Chouinard, 83 anni, terrà per sé solo il 2%. I profitti saranno destinati a un’associazione che lotta contro il cambiamento climatico.

Ha ceduto la sua azienda miliardaria a una Ong per salvare il Pianeta. Yvon Chouinard, fondatore e proprietario di Patagonia, ha deciso di destinare il 98% della celebre azienda di abbigliamento outdoor, tenendo per sé solo il 2%. L’obiettivo è quello di destinare i profitti, non reinvestiti direttamente nell’azienda, a progetti di contrasto al cambiamento climatico.

Patagonia, Chouinard: “Le risorse della Terra non sono infinite”

Patagonia, brand storico e famoso in tutto il mondo, è stato fondato nel 1973 da Chouinard, che da appassionato di alpinismo aveva già iniziato oltre dieci anni prima a produrre materiale tecnico. Il fondatore e proprietario ha annunciato: “La Terra è immensa ma le sue risorse non sono infinite, e chiaramente abbiamo superato i suoi limiti. Invece di ricavare valore dalla natura, usiamo i profitti per proteggere la fonte delle nostre risorse“.

 

 

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Patagonia, Chouinard: “Più progetti a lungo termine”

L’impegno di Yvon Chouinard per l’ambiente è noto da tempo. Patagonia aveva già iniziato a donare l’1% dei profitti annuali per vari progetti di sostenibilità, ma ora il fondatore e proprietario ha annunciato di voler fare molto di più. “Inizialmente volevo vendere Patagonia e destinare il ricavato in beneficenza, ma preferivo un controllo più diretto e incentrato sul lungo termine“, ha spiegato l’imprenditore 83enne in una lettera aperta.

 

 

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I profitti di Patagonia per salvare la Terra

La proprietà dell’azienda passerà a due nuove entità: Patagonia Purpose Trust, controllato direttamente dalla nostra famiglia, manterrà il 2%. Il resto andrà a Holdfast Collective, Ong statunitense impegnata a combattere il cambiamento climatico” – ha concluso Yvon Chouinard – “Ogni anno, i nostri profitti saranno distribuiti per sostenere progetti che mirano a contrastare la crisi del clima“.