Blitz degli attivisti per i diritti degli animali davanti al Parlamento Europeo per chiedere una legislazione comunitaria utile a contrastare gli orrori degli allevamenti intensivi.
Abiti neri, maschere a forma di pollo sul viso e cartelli in mano. Decine di animalisti hanno manifestato così, l’11 febbraio 2025, davanti al Parlamento Europeo, a Strasburgo, in Francia, per chiedere maggiori tutele per i nostri coinquilini terrestri detenuti negli allevamenti intensivi. Slogan del blitz è stato “Don’t chicken out“, cioè “Non tiratevi indietro”. Un messaggio diretto ai parlamentari dell’istituzione comunitaria per lavorare a una reale legislazione a favore di bovini, ovini e pollame. “Uncage the Animal Welfare Law”, cioè “Liberate dalle gabbie la legge sul benessere animale”, hanno ribadito gli attivisti. A partecipare all’iniziativa sono stati Essere Animali (Italia), L214 (Francia), Animal Society (Germania), Green Rev (Polonia), Ethical Farming Ireland (Irlanda), CAAI (Bulgaria), Obraz (Repubblica Ceca), FREE (Romania), Project 1882 (Svezia) e Frente Animal (Portogallo).
Action en cours devant le @Europarl_FR
L214 est mobilisée pour dénoncer l’inaction de l’Europe pour le bien-être animal. Pire, elle plie face aux lobbies de l’élevage intensif
Les institutions européennes doivent agir et protéger enfin les animaux! pic.twitter.com/hEPznxFgZy
— L214 éthique & animaux (@L214) February 11, 2025
Diritti degli animali, Montuschi (Essere Animali): “Parlamento Europeo e Commissione Europea si assumano le proprie responsabilità”
“La Commissione Europea ha disatteso i suoi impegni sia nei confronti degli animali sia nei confronti dei cittadini comunitari. Oltre 1,4 milioni di persone hanno sostenuto l’Iniziativa dei Cittadini Europei (ICE) “End the Cage Age” nel 2021. Queste voci sono state messe a tacere dagli interessi economici dell’allevamento intensivo. Eppure, i numeri parlano da soli. Secondo l’Eurobarometro della Commissione Europea, l’89% delle persone residenti nel Vecchio Continente si oppone all’allevamento in gabbia, l’84% delle persone residenti nel Vecchio Continente ritiene che il benessere degli animali debba essere meglio tutelato nel proprio Paese e il 90% delle persone residenti nel Vecchio Continente pensa che le pratiche di allevamento debbano soddisfare standard etici minimi. È tempo che il Parlamento Europeo e la Commissione Europea si assumano le proprie responsabilità“, ha commentato il Presidente di Essere Animali, Simone Montuschi.
L’organizzazione francese, @L214 contro lo sfruttamento animale, oggi davanti al @Europarl_EN per chiedere una revisione della legge europea sul benessere animale.#ANSA pic.twitter.com/hR02r4uPbb
— ANSA Europa (@ansaeuropa) February 11, 2025
Diritti degli animali, ecco il documentario “Food for Profit” di Giulia Innocenzi
Si intitola “Food for Profit” il docufilm della giornalista Giulia Innocenzi su contraddizioni e orrori degli allevamenti intensivi in Europa. L’inchiesta realizzata in collaborazione con il regista Pablo D’Ambrosi e con la Lega Antivivisezione (LAV) è stata presentata in anteprima internazionale al Parlamento Europeo nel 2024. Un lavoro durato ben cinque anni tra immagini choccanti e testimonianze sottocopertura per svelare il vero volto dell’industria della carne nel Vecchio Continente. Già, perché l’Unione Europea prima promuove il Green Deal, cioè la transizione ecologica verso un pianeta Terra più sostenibile, e poi finanzia gli allevamenti intensivi con quasi il 20% del suo budget.
#FoodforProfit, di @giuliainnocenzi e Pablo D’Ambrosi, è un documentario che mostra il filo che lega l’industria della carne, le lobby e il potere politico.
Al centro ci sono i miliardi di € che l’ destina agli allevamenti intensivi.Scopri di piùhttps://t.co/kzt66KYFm0
— Food For Profit (@foodforprofit_) February 20, 2024
Un intreccio tra lobby zootecniche e politica, dunque, ma anche una vera e propria incoerenza soprattutto perché le strutture solite detenere maiali, mucche e polli inquinano, e non poco. Eppure, secondo “Food for Profit”, gli affari, cioè i soldi, sono più importanti del benessere degli animali, della salute umana, della salvezza del Globo. “Tra gli altri Paesi pronti a mostrare l’inchiesta, Australia, Belgio, Lussemburgo, Olanda e Taiwan“, aveva dichiarato a Teleambiente Giulia Innocenzi.